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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2014 alle ore 16:33.
L'ultima modifica è del 02 luglio 2014 alle ore 16:36.

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Non è facile vendere "pezzi di storia", soprattutto quando richiedono costose ristrutturazioni per essere redditizi. Il Wall Street Journal sottolinea i risultati «deludenti» del programma di vendite demaniali, varato due anni fa dal governo di Mario Monti e portato avanti dal governo di Matteo Renzi. L'Italia ha trovato un mercato «freddo», nota il Wsj.

«Il programma per vendere isole, castelli, strutture militari e altri beni immobiliari pubblici sembrava finalmente avere guadagnato terreno questa primavera, quando sono state messe in vendita cinque proprietà. Ma, per molti, i risultati dell'asta online del governo a corto di soldi sono stati deludenti», scrive Alessia Pirolo sull'edizione online del quotidiano Usa.

L'Agenzia del Demanio, riferisce il Wsj, ha accettato solo un'offerta per una grande proprietà: 610mila euro per un ex ospedale militare del XIX secolo a Trieste.
Le offerte presentate per le altre proprietà – tra cui l'isola veneziana di Poveglia e un ex convento a Taranto – «non erano abbastanza alte», ha spiegato al Wsj un portavoce dell'Agenzia. Ma – aggiunge l'articolo - «gli offerenti sostengono che le loro offerte riflettono gli attuali valori di mercato e che l'Agenzia non tiene conto degli ulteriori investimenti necessari per ristrutturare e convertire le proprietà ad usi commerciali, come hotel o appartamenti».

«Purtroppo, in Italia gli imprenditori non sono visti in modo positivo», lamenta Luigi Brugnaro, l'uomo d'affari che ha offerto 513mila euro per l'isola di Poveglia. Dice che voleva investire 20 milioni di euro per un centro per la cura dei disordini alimentari, oltre a restaurare gli edifici storici dell'isola.

Nessuno ha fatto offerte per il castello di Gradisca d'Isonzo, di cui il Wsj pubblica una foto.
Gli offerenti e altre persone potenzialmente interessate hanno criticato il processo di vendita, facendo notare, per esempio, che l'asta non aveva prezzi di partenza per le proprietà. "Non abbiamo avuto la sensazione di un processo trasparente", dice Davide Dalmiglio, capo Capital Markets per l'Italia di Jones Lang LaSalle.

L'Agenzia del Demanio «non ha risposto alle critiche», scrive il Wsj. Afferma di voler vendere 40 edifici – tra cui castelli e fari - entro la fine dell'anno e ha valutato ciascuna proprietà dai 400mila euro insù.

Per ridurre il debito incassando denaro dai beni pubblici, il governo ha messo a punto anche altri piani. Il ministero dell'Economia ha istituito la società di gestione del risparmio Invimit (Investimenti Immobiliari Italiani), per gestire fondi che avranno la proprietà dei beni pubblici. La società si aspetta che entro il 2017 i fondi abbiano un valore compreso tra i 2,5 miliardi e i 6,1 miliardi di euro e prevede di vendere azioni agli investitori.

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