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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2014 alle ore 06:38.

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Il capogruppo dei Verdi, il belga Philippe Lamberts, è sembrato esortare il premier a essere più concreto, in particolare sulla politica energetica: «Mi avevano detto che lei esercita con passione, energia e talento il ministero della parola. Avevano ragione». Come dire che l'attesa ora si sposta sull'azione. Il liberale Guy Verhofstadt ha parlato dell'urgenza di un piano economico come quello lanciato negli anni 80 dall'allora presidente della Commissione Jacques Delors, il quale lanciò l'idea del mercato unico.
Nei fatti, ieri qui a Strasburgo è continuato tra i deputati il dibattito della settimana scorsa a Bruxelles tra i capi di stato e di governo. D'altro canto, le discussioni hanno partorito poco; anzi, tutti hanno potuto trovare, nelle conclusioni del vertice del 26-27 giugno, conferma delle proprie convinzioni. Il tema terrà banco nelle trattative del presidente-designato della Commissione Jean-Claude Juncker, che deve trovare un'intesa con la sua maggioranza su un programma per i prossimi cinque anni.
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L'agenda italiana vista dai partner
GERMANIA
Merkel: flessibilità e riforme
Il buon rapporto tra Angela Merkel e Matteo Renzi non appiana le divergenze sulla flessibilità che l'Italia propone per la crescita: le deroghe al Patto di stabilità - ribadisce il cancelliere, su cui premono i "falchi" della Bundesbank in testa - sono già nel trattato e in quell'ambito occorre muoversi, "meritandosele" con le riforme. Più morbido il vicecancelliere Sigmar Gabriel (Spd), favorevole a escludere i costi delle riforme dal deficit.
FRANCIA
Un «patto» Renzi-Hollande
Rilanciare la crescita con gli investimenti, è questo il cuore del «patto» tra Matteo Renzi e il presidente francese François Hollande. La Francia - che in cambio di promesse di riforme ha ottenuto due anni in più per riportare il deficit pubblico sotto il 3% del Pil - non vuole cambiare le regole ma chiede che ogni Paese membro della Ue possa trovare il proprio ritmo perché il riordino dei conti sia compatibile con il ritorno alla crescita.
GRAN BRETAGNA
L'incognita Cameron
Nel discorso a Strasburgo Renzi ha chiarito che una Ue senza Londra sarebbe «meno Europa». Il premier britannico Cameron ha detto da parte sua di essere «pronto a lavorare con Renzi sulle riforme». In realtà la Gran Bretagna liberal-conservatrice (che dopo la sconfitta incassata su Juncker punta a essere risarcita con una nomina di peso alla Commissione) non appare un alleato per le rivendicazioni socialdemocratiche (e italiane) di meno rigore.
SPAGNA
Rajoy: gli obiettivi coincidono
«Le priorità dell'Europa sono quelle della Spagna», ha chiarito il premier Mariano Rajoy a Bruxelles. Crescita e creazione di posti di lavoro, investimenti e competitività: gli obiettivi, ha detto Rajoy, al cui servizio i leader Ue hanno deciso di impiegare la flessibilità prevista dal Patto di Stabilità. Rajoy ne ha bisogno: se il ritmo della ripresa spagnola ha sorpreso anche il governo, la riforma fiscale che riduce le tasse alle imprese preoccupa Bruxelles.

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