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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2014 alle ore 07:50.
L'ultima modifica è del 07 luglio 2014 alle ore 10:55.

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La città di Gaza bombardata dai droni israeliani alle prime luci dell'alba (Afp)La città di Gaza bombardata dai droni israeliani alle prime luci dell'alba (Afp)

I presunti responsabili della morte di Mohammad Abu Khdeir, il ragazzo palestinese di Gerusalemme est bruciato vivo, sono sei ebrei già arrestati ieri dai servizi di sicurezza israeliani. E ci sono «forti indicazioni - ha spiegato il portavoce della polizia - di un movente di tipo nazionalistico». Alcuni media israeliani, Haaretz e Ynet, riportano che tre dei sospetti avrebbero già confessato il delitto, ricostruendo, passo dopo passo, la dinamica dell'omicidio.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, intanto, ha espresso oggi a Hussein Abu Khdeir, padre del ragazzo palestinese ucciso, «lo shock dei cittadini israeliani e mio per il terribile omicidio di suo figlio». «L'assassinio di suo figlio è spregevole e inaccettabile per ogni persona», ha detto Netanyahu parlando con il genitore della giovane vittima.

Non si arrestano, però, le tensioni "militari" nell'area: ieri da Gaza sono stati lanciati almeno 25 razzi su Israele, senza fare feriti, mentre cinque palestinesi sono stati uccisi nella Striscia da droni israeliani. Il portavoce dei servizi sanitari della Striscia, Ashraf al-Qudra, ha precisato che è morto un palestinese ferito nell'attacco notturno a est di Rafah, portando il bilancio delle vittime di quel singolo attacco a tre. In precedenza, altri due palestinesi erano stati uccisi da un drone domenica sera vicino al campo profughi di Bureij, in un altro attacco.

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