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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 09:23.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2014 alle ore 15:23.

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Nel 2013 lo Ior, l'Istituto per le opere di religione (Ior), ha conseguito un utile netto di 2,9 milioni, contro gli 86,6 milioni dell'esercizio precedente, con un calo quindi di 83,7 milioni rispetto al 2012. È quanto emerge dai risultati di bilancio dell'Istituto, pubblicati oggi. I risultati economici nel primo semestre 2014, basati su dati preliminari del Management Reporting interno, mostrano inoltre un andamento giudicato «soddisfacente», in quanto si registra un utile netto di 57,4 milioni di euro (contro i 2,9 milioni di fine 2013). «lo Ior ha conseguito una performance encomiabile per i suoi clienti, primo fra tutti la Santa Sede», ha spiegato il Presidente uscente Ernst von Freyberg che sarà sostituito dal finanziere francese, Jean-Baptiste de Franssu. Entrambi domani saranno in una conferenza stampa in Vaticano per presentare il "Nuovo quadro economico nella Santa Sede".

In calo gli utili per il 2013, pesano operazioni del passato
Lo Ior pubblicando oggi i suoi risultati di bilancio per il 2013 e quelli della prima metà del 2014 fornisce un quadro aggiornato dei risultati conseguiti nella «Fase I» di riforma dell'Istituto che precdee la «Fase II» che partirà domani, con la presentazione del nuovo Consiglio e l'addio dell'attuale presidente Freyberg. Lo Ior spiega il calo dell'utile per l'influenza di «oneri di natura straordinaria» oltre che a causa di «rilevanti rettifiche sul valore dei fondi di investimento gestiti da terzi e dalla forte diminuzione del valore dell'oro per un totale complessivo pari a 69,5 milioni di euro». Sui risultati gravano anche «i costi necessari al completamento della Fase I e quelli connessi agli investimenti ereditati dalle gestioni precedenti». In particolare, l'operazione Lux Vide, voluta a partire del 2012 dal cardinale Tarcisio Bertone con un prestito in obbligazioni convertibili a favore della casa produttrice tv fondata da Ettore Bernabei. Nel bilancio, viene descritta come «Cessione a titolo di liberalità titoli pari a 15,1 milioni di euro in favore di una fondazione della Santa Sede». Nel bilancio 2013, «nonostante la riduzione dell'utile netto», lo Ior ha contribuito per 54 milioni di euro al budget della Santa Sede, cifra analoga a quella del 2012 (54,7 milioni di euro).

Dopo l'operazione trasparenza parte la «Fase II»
Tra i pilastri del processo di riforma, iniziata nell'aprile-maggio 2013 c'è il focus sui clienti e l'operazione trasparenza. Su questo fronte a conclusione dello screening dei conti, lo Ior ha chiuso i rapporti con circa 3.355 clienti. Si tratta di circa 2.600onti non più operativi («dormienti») e 755 non appartenenti alle categorie autorizzate (conti «laici»): di questi ultimi, con 396 clienti i conti sono già cessati, per altri 359 le procedure sono in corso. Dal 4 luglio 2013, ricorda lo Ior, a seguito di una decisione del Consiglio di Sovrintendenza l'Istituto opera solo con istituzioni cattoliche, ecclesiastici, dipendenti o ex dipendenti del Vaticano titolari di conti per stipendi e pensioni, nonché ambasciate e diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Da domani parte invece ufficialmente la Fase II, ovvero «l'integrazione dell'Istituto nel nuovo contesto economico-amministrativo del Vaticano , che - viene annunciato - sarà affidata a un nuovo Consiglio e a un nuovo staff dirigenziale di nuova nomina, che opereranno in una struttura di governance rinnovata». Finisce dopo esattamente 17 mesi, la permanenza del manager tedesco Ernst von Freyberg alla presidenza dello Ior. Tanto era stata elaborata la nomina di Freyberg il 15 febbraio 2013, negli ultimi giorni di pontificato di un Benedetto XVI già dimissionario e ben nove mesi dopo la defenestrazione del predecessore Ettore Gotti Tedeschi, tanto ora arriva repentina la sua sostituzione: in arrivo alla guida dello Ior il finanziere francese, Jean-Baptiste de Franssu.

Santa sede in deficit, Governatorato in attivo
Oggi è stato presentato anche il bilancio consuntivo consolidato della Santa Sede per l'anno 2013 che chiude con un deficit di 24,470 milioni dovuto soprattutto - fa sapere una nota diffusa dal Vaticano - alle «fluttuazioni negative derivanti dalla valutazione dell'oro» per circa 14 milioni. Quanto al Governatorato che ha una amministrazione autonoma ed indipendente da contributi della Santa Sede, il consuntivo 2013 si è chiuso con un saldo attivo di 33 milioni, in aumento di circa 10 milioni rispetto a quello dell'anno precedente: «Considerando, com'è normale, i risultati dei due Bilanci nel loro complesso, risulta un attivo di circa 10 milioni». Tra i capitoli di spesa più impegnativi «si annovera quello relativo al costo del personale» che nel 2013 contava 2.886 unità e pari a circa 125 milioni di euro senza trascurare «il pagamento di imposte, che gravano sul settore immobiliare, per oltre 15 milioni». I bilanci sono stati approvati dal Consiglio dell'Economia che si è riunito sabato scorso.

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