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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 16:02.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2014 alle ore 16:48.

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Chiara Rizzo sta per lasciare il carcere di Arghillà, a Reggio Calabria. In accoglimento dell'istanza depositata la scorsa settimana dai legali della donna, il gip Olga Tarzia ha scarcerato la Rizzo concedendo la misura degli arresti domiciliari. Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena, latitante a Dubai dopo la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa che lo scorso fine giugno la Cassazione ha ridotto da 5 a 3 anni, era stata arrestata per intestazione fittizia di beni e procurata inosservanza di pena nell'ambito dell'operazione Breakfast, che aveva visto finire in carcere anche l'ex ministro Claudio Scajola, cui successivamente sono stati concessi i domiciliari.

Applicato il nuovo decreto legge n. 92
I legali della donna, gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi, avevano presentato al gip una nuova istanza chiedendo l'applicazione del decreto legge 92/2014 in vigore dallo scorso 28 giugno, in base al quale non può essere applicata la misura della custodia in carcere se il giudice prevede che la pena da applicarsi all'esito del processo sarà non superiore a tre anni.

Amedeo Matacena: terminato un atto barbarico
«È terminato un atto a dir poco barbarico», ha commentato Amedeo Matacena circa la scarcerazione della moglie Chiara Rizzo. «Sono rammaricato - ha dichiaratio all'Ansa - perché si è preferito inveire contro una madre di famiglia incensurata anziché agevolare il mio rientro. È stato fatto un atto barbarico per il metodo, la crudeltà e l'inutilità dello stesso».

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