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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 13:30.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2014 alle ore 13:49.

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Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, al suo rientro in Italia dopo l'arresto a Nizza. (Ansa)Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, al suo rientro in Italia dopo l'arresto a Nizza. (Ansa)

Tra le carte spulciate dalla Dia di Reggio Calabria, trovate nella cantina della segretaria di Amedeo Matacena, Maria Grazia Fiordelisi, e messe a disposizione della Procura della Repubblica della città sullo Stretto, c'è anche una cartellina denominata, appunto, "Matacena".
All'interno gli uomini, all'epoca agli ordini di Gianfranco Ardizzone, trovano un contratto di consulenza professionale stipulato il 1° agosto 2012 tra Tecnofin srl e Amedeo Matacena, con il quale Tecnofin Srl affida all'armatore reggino un incarico di consulenza professionale consistente nel rappresentare Tecnofin srl nella gestione dei rapporti con le istituzioni pubbliche, gli enti e le aziende private, su tutto il territorio nazionale, cinese, brasiliano, libico, iracheno e indiano, per lo sviluppo e la realizzazione di impianti di produzione di strutture abitative prefabbricate.

Il contratto per Tecnofin srl risulta sottoscritto dall'amministratore delegato Gabriele Sabatini (si veda l'intervista). Al momento della stipula Matacena non era ancora stato condannato in via definitiva (il che avverrà il 5 giugno 2013) ma, comunque, pochissimi giorni prima, vale a dire il 18 luglio 2012, l'ex deputato di Forza Italia era stato condannato a cinque anni di reclusione più l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria.

I rapporti tra Tecnofin (che detiene brevetti importantissimi per l'edilizia e lavora nei cinque continenti) e la famiglia Matacena sono strettissimi, tanto che, sempre la Dia, tra le carte della segretaria del latitante reggino trova un altro contratto di consulenza professionale stipulato pochissime settimane fa, il 6 aprile 2014, tra Tecnofin Srl, sempre rappresentata dall'ad Gabriele Sabatini, e Chiara Rizzo, moglie di Matacena. L'oggetto era l'assunzione della rappresentanza e la gestione dei rapporti con le istituzioni pubbliche, enti ed aziende private in territorio etiopico per lo sviluppo e la realizzazione di impianti di produzione di strutture abitative prefabbricate.
L'arresto porrà fine a tutto questo ma fine non ha l'analisi della Procura sui contatti tra la famiglia Matacena e il mondo imprenditoriale, politico e finanziario di mezzo mondo.
r.galullo@ilsole24ore.com

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