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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 16:40.
L'ultima modifica è del 09 luglio 2014 alle ore 08:26.

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Le esplosioni causate dai raid aerei israeliani su Gaza (Reuters)Le esplosioni causate dai raid aerei israeliani su Gaza (Reuters)

Si aggrava ora dopo ora la situazione nella Striscia di Gaza. In totale, almeno sedici palestinesi sono morti e più di 70 sono rimasti feriti nei raid sferrati nelle ultime ore dall'aviazione israeliana, durante l'operazione «Protective edge». Lo riporta Haaretz online mentre fonti palestinesi parlano di una decina di morti e 20 feriti a Khan Younis nel nord della Striscia di Gaza, in seguito a un attacco aereo. Secondo le prime informazioni, la casa colpita a Khan Yunis appartiene a un membro della famiglia Kawara che avrebbe legami col braccio armato di Hamas. Al momento dell'attacco dell'aviazione israeliana al suo interno e nelle sue immediate vicinanze si trovavano decine di persone, fra cui donne e bambini. Secondo la stampa israeliana si trattava in effetti di "scudi umani" che, viene ipotizzato, cercavano di impedire con la loro presenza un attacco aereo israeliano.

Dall'inizio dell'operazione, secondo quanto rivelato dalle Forze di difesa (Idf), sono state bombardate da Israele almeno sette abitazioni di altrettanti esponenti di Hamas e la casa di un membro del movimento del Jihad islamico palestinese. I palestinesi hanno confermato che, prima degli attacchi, le famiglie della zona sarebbero state avvisate dell'imminente raid e invitate a lasciare l'area. Ancora, due palestinesi sono stati uccisi in un altro raid aereo israeliano sulla zona orientale della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto un portavoce dei servizi di emergenza. «Almeno due persone sono state uccise e diverse altre ferite in un raid aereo a Shejaiya, ad est di Gaza City», ha detto inoltre Ashraf al-Qudra alla France Presse. In serata, quattro uomini rana palestinesi, partiti da Gaza, sono stati uccisi nel territorio di Israele presso la località di Ziqim (Ashqelon). Stavano preparando un grave attentato, secondo i media.

Hamas: «Tutti gli israeliani obiettivi legittimi»
La reazione di Hamas non si è fatta attendere. «Tutti gli israeliani sono divenuti obiettivi legittimi della resistenza» palestinese dopo il raid condotto all'alba dall'aviazione di Israele. Lo ha scritto su Facebook il portavoce del movimento islamico Hamas Sami Abuzuhri. «Il massacro di Khan Yunis contro le donne e i bambini è un crimine di guerra. Di conseguenza tutti gli israeliani sono divenuti un obiettivo legittimo della resistenza», ha scritto Abuzuhri. In serata, è risuonato a Tel Aviv e in altre aree centrali di Israele l'allarme aereo; il sistema antimissilistico israeliano Iron Dome dovrebbe aver intercettato un missile prima della sua caduta sulla città. Poi, a tarda sera, le sirene di allarme sono risuonate per la prima volta anche a Gerusalemme: i media riferiscono che Iron Dome ha intercettato quattro razzi lanciati dalla Striscia di Gaza.

Usa condannano lancio di razzi da Gaza, Mogherini: no a spirale irreversibile
Stati Uniti condannano con forza il lancio di razzi da Gaza verso Israele, ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. Bisogna evitare che si inneschi una spirale irreversibile, che rischia per di più di «destabilizzare ulteriormente una regione già attraversata da troppi conflitti». Lo ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini

La Lega Araba chiede una riunione immediata del Consiglio di Sicurezza dell'Onu
Il segretario generale della Lega Araba, Nabil el-Araby, ha chiesto una riunione «immediata» del Consiglio di sicurezza dell'Onu sui raid israeliani contro Gaza. Lo si è appreso presso l'organizzazione degli Stati arabi.

Ban Ki-moon: «pericolosa escalation di violenza»
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha condannato i recenti lanci di razzi su Israele da Gaza. Ban si è anche detto «estremamente preoccupato per la pericolosa escalation di violenza» che ha portato alla morte ed al ferimento di palestinesi a seguito delle operazioni israeliane contro Gaza. «Questi attacchi indiscriminati contro i civili devono finire», ha detto Ban Ki-moon definendo «ora imperativo restaurare la calma». Secondo il segretario generale dell'Onu, «l'insostenibile situazione di Gaza deve anche essere affrontata dal punto di vista politico, della sicurezza, umanitario e dello svilippo, nel quadro di una soluzione complessiva».

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