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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2014 alle ore 06:41.

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In altri termini ciò che i giudici non avrebbero accolto (il condizionale è d'obbligo in attesa delle motivazioni) è la tesi che se una società controllata (nella fattispecie Mediaset) commette una frode fiscale la controllante (nella fattispecie Mediatrade, ora Rti) non è sempre nelle condizioni di saperlo. E questo perché, essendo il bilancio consolidato di un conglomerato aziendale la sommatoria algebrica delle singole posizioni aziendali, l'effetto della frode fiscale si concretizzerebbe come intermediato dal risultato fiscale delle singole società controllate. La complessità dunque consisterebbe, per l'accusa, nel dimostrare l'elemento soggettivo e, dunque, il dolo, della società consolidante in merito a un reato eventualmente commesso dalle controllata. Un tema, come detto, mai affrontato in precedenza in un'aula di tribunale. «Siamo decisamente molto soddisfatti - ha commentato Niccolò Ghedini, che difendeva Pier Silvio Berlusconi assieme al legale Filippo Dinacci - perché il nostro assistito non doveva essere condannato e i giudici hanno riconosciuto la sua estraneità».
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La vicenda
L'ACCUSA
Appropriazione indebita
e frode fiscale
Nel 2005 la Guardia di finanza perquisisce gli uffici della Mediatrade, società del gruppo Berlusconi che si occupava di diritti tv. La procura indaga su presunti fondi neri creati con la compravendita dei diritti tv. Nel 2010 i pm chiudono le indagini. Tra gli indagati, l'ex premier Silvio Berlusconi, accusato di frode fiscale (fino al 2009) e appropriazione indebita (fino al 2006), e il figlio Pier Silvio (vicepresidente Mediaset), per il quale viene ipotizzata la frode fiscale. Sotto indagine anche Fedele Confalonieri (presidente Mediaset)
RUOLO DELL'EX PREMIER
Assoluzione per non aver commesso il fatto
Nel 2011, il giudice per l'udienza preliminare di Milano proscioglie l'ex premier Silvio Berlusconi da tutte le accuse «per non aver commesso il fatto». Assoluzione confermata in via definitiva dalla Cassazione nel 2012. L'ex premier è quindi uscito da questo che rappresenta un filone del processo Mediaset, nel cui ambito invece è stato condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione (3 condonati per l'indulto) per frode fiscale lo scorso 1° agosto. E per cui dal 10 aprile sta scontando la pena in affidamento ai servizi sociali
L'ASSOLUZIONE
Pier Silvio Berlusconi e Confalonieri, niente condanna
Il 22 maggio scorso i pm hanno chiesto 3 anni e 2 mesi di carcere per Pier Silvio Berlusconi e 3 anni e 4 mesi per Confalonieri. L'accusa: frode fiscale aggravata dalla transnazionalità. Ieri la conclusione del processo di primo grado: il tribunale di Milano ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato di frode fiscale relativa all'anno 2005. Assolti «perché il fatto non costituisce reato» sempre dal reato di frode fiscale, ma relativo agli anni 2006, 2007 e 2008. Esclusa l'aggravante della transnazionalità

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