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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2014 alle ore 13:26.
L'ultima modifica è del 15 luglio 2014 alle ore 18:21.

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Si è concluso stamattina alle 7 il tavolo di trattativa tra Alitalia e sindacati confederali al ministero dei Trasporti sul contratto collettivo nazionale e taglio dei costi del lavoro in azienda. La trattativa è ripresa nel pomeriggio per la stesura finale. La firma dell'accordo è attesa in serata. L'accordo quadro sabato scorso ha ottenuto il consenso di Cisl, Uil e Ugl, mentre per domani si attende la risposta definitiva della Cgil. Sui 2.251 esuberi iniziali, 616 dipendenti saranno collocati entro il perimetro della nuova Alitalia, 954 saranno messi in mobilità (per una durata fino a 5 anni per chi ha più di 50 anni) e coinvolti nella sperimentazione del contratto di ricollocamento. Altri 681 dipendenti, invece, saranno messi in mobilità per essere collocati entro il 31 dicembre 2014 in altre società.

Si tratta su contributo solidarietà da 31 milioni
Uno dei punti al centro della trattativa in corso al ministero dei Trasporti fra la compagnia aerea e i sindacati è un contributo di solidarietà per tutti i lavoratori Alitalia che comporterà per l'azienda un risparmio di 31 milioni circa. La misura dovrebbe avere una durata di sei mesi, da luglio a dicembre 2014. Il contributo sarebbe proporzionato alla retribuzione: nullo da 0 a 20 mila euro annui lordi, il 4% da 20 a 30 mila, il 5% da 30 a 40 mila, il 7% da 40 a 60 mila, il 9% da 60 a 80 mila e il 10% per le cifre superiori. A titolo di esempio, hanno spiegato fonti sindacali, un pilota potrebbe prendere 1.500 euro in meno all'anno, mentre per il personale di terra con uno stipendio di 1.200 euro il sacrificio ammonterebbe a 100 euro.

Hogan a Roma da ieri: oggi vede Del Torchio, nei prossimi giorni Lupi
L'amministratore delegato di Etihad, James Hogan, è sbarcato intanto a Roma a sorpresa ieri. L'arrivo era infatti atteso per oggi. In giornata dovrebbe incontrare l'amministratore delegato di Alitalia Gabriele Del Torchio. In settimana vedrà il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. «Certamente incontreremo Hogan in settimana - ha detto Lupi -. Siamo arrivati al rush finale». Domani Hogan parteciperà alla presentazione del nuovo volo Roma-Abu Dhabi.

Caio: non escludo nulla, per noi faro è mercato
Quanto alle resistenza di Poste a un ulteriore esborso per Alitalia l'ad di Poste, Francesco Caio ha dichiarato: «Non escludo nulla nel modo più assoluto, stiamo ancora lavorando e vediamo come evolve la situazione. Abbiamo dato da mesi la nostra disponibilità e stiamo partecipando attivamente al tavolo di cui apprezziamo lo spirito costruttivo», ma «ognuno deve farsi carico delle proprie prospettive e per noi il faro è il mercato». Parlando poi dell'ipotesi di una ricollocazione degli esuberi della compagnia aerea all'interno di Poste, l'ad ha ricordato che le sinergie sono state definite «nella parte preliminare degli accordi» e prevedono l'innesto di 25 persone nell'information technology: «Siamo fermi al mantenimento di quelle sinergie», ha concluso.

I no di Poste
Mentre il negoziato tra le banche creditrici di Alitalia volge verso il termine un nuovo scoglio si frappone alla chiusura della partita con la firma dei rappresentati degli istituti di credito. Uno scoglio che, come riportato oggi dal Sole 24 Ore, ha un nome e un cognome: Poste Italiane. La questione è relativa alla sottoscrizione di un «equity committment», cioè di un impegno a mettere mano al portafoglio in caso di sopravvenienza di oneri derivanti da precedenti contenziosi o di perdite nel 2014 superiori al budget di inizio anno, che Etihad ha chiesto agli azionisti che resteranno nel capitale della vecchia Alitalia. Si tratta di almeno 200-300 milioni, che potrebbero lievitare in base al rosso che avrà a fine anno la compagnia. È partita così la conta tra i soci del vettore tricolore per capire chi firmerà: le banche, Intesa Sanpaolo e UniCredit, sono pronte a fare la loro parte, così come probabilmente Roberto Colaninno e Atlantia. Le Poste di Francesco Caio no.

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