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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2014 alle ore 09:17.

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Insomma: qualunque cosa accada è sempre colpa della stampa.
Io c'ero, quel giornalista no. È stato raggirato da una fonte che voleva destabilizzare.

Scusi sindaco: chi e cosa?
C'è chi vuol distruggere quanto di buono è stato fatto in questo paese con la mia sindacatura, anche grazie a gesti dimostrativi e significativi. Lo sa che la mia indennità di assessore alla Legalità della Provincia l'ho devoluta al Comune per la riapertura dell'asilo? Lo sa che prima non c'era neppure una biblioteca che ora c'è? E poi…

E poi…
Sta partendo la corsa alla carica di sindaco di Reggio Calabria e moltissimi mi stanno chiedendo di scendere in campo ma è una cosa che non voglio assolutamente fare perché ho promesso ai miei concittadini di restare qui con loro. Forse questo qualcuno non lo sapeva e c'è chi ha macchinato la trappola dolosamente e dentro ci ha fatto cadere anche un giornalista. Uno solo. Gli altri non ne hanno certo parlato.

Le fonti sono personali, sindaco, e non collettive. Ma non le basta difendersi con le cariche pubbliche che ricopre e con la sua tv? Perché querelare?
Lei ha ragione, ma immagini che mazzata per chi, come me, sta costruendo un progetto e poi arriva questa notizia che è distruttiva per il paese. Sono stato subissato da persone che mi hanno detto: «Ma allora è inutile vivere onestamente». I miei cittadini stanno vivendo in maniera esemplare. Ma che, eravamo davvero così scemi da fare un inchino dopo quello che è successo a Oppido Mamertina? E poi così, sotto gli occhi dei Carabinieri? Non ci fossi stato non avrei preso questa posizione. Ma io c'ero. Mi sono fatto tre ore di processione con i Carabinieri ai quali di continuo chiedevo se tutto stava proseguendo liscio. Devo credere a loro o no? Comunque ho solo annunciato la querela…

Crede dunque in un abbaglio collettivo? Lei sa che anche il capo della Procura di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, ha parlato dell'apertura di un'indagine.
Alt! De Raho ha detto una cosa diversa: la Procura sta passando al vaglio tutte le processioni. Ovvio, dopo quello che è successo a Oppido! La notizia è vera ma è falso che ci sia stato l'inchino.

Insomma, nessun inchino e neppure alcuna raccolta di fondi con regalie evitabili?
La statua non si è mai fermata per raccogliere i soldi della famiglia Alvaro. I fondi vengono raccolti 10 metri prima delle tappe e la processione si ferma tantissime volte. Sa quanto è stato raccolto? Circa 100 euro. Se sarà una cifra superiore, sarà una giornata di festa.

E ora che succede?
Semplice. Dopo aver finito di parlare con lei porterò i 20 dvd di riprese integrali della processione alla Procura di Reggio Calabria. Sa qual è il paradosso?

No, mi dica.
Che non sono riprese della mia tv. Le ho acquistate da un freelance, sicuro com'ero che non ci sarebbe stato nulla di epocale da riprendere…

Invece…
Invece non posso certo escludere che si siano avvicinate alla statua persone che hanno conti in sospeso con la giustizia ma io questo non posso impedirlo. Posso invece impedire che qualcuno si fermi per onorare o inchinarsi a chicchessia. Lo dico con spirito di paradosso ma per quel che sto facendo e ho fatto anche come assessore provinciale alla Legalità, per i miei paesani prima viene San Procopio e poi vengo io.
Al termine di questa intervista non resta che attendere l'esito del consiglio comunale e sperare che le comuni battaglie di legalità si combattano con i fatti e non a colpi di querele.

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