Notizie EuropaAereo abbattuto, Fidel Castro attacca Kiev: colpa di Poroshenko
Aereo abbattuto, Fidel Castro attacca Kiev: colpa di Poroshenko
di Vittorio Da Rold | 18 luglio 2014
Ieri l'ex presidente cubano, Fidel Castro, classe 1926, ha condannato l'abbattimento dell'aereo della Malaysia Airlines in Ucraina, attribuendone la responsabilità al «governo bellicista del re della cioccolata, Petro Poroshenko», il neo presidente di Kiev.
La notizia fa un certo effetto perché sembra far tornare il mondo indietro ai tempi della Guerra fredda e più in particolare alla famosa crisi dei missili di Cuba scoppiata nel 1962-3 tra il segretario del Pcus Nikita Krusciov e il presidente americano John Kennedy. Tempi in cui Mosca, allora capitale dell'Unione sovietica, sosteneva l'avanposto socialista neall'isola caraibica davanti alla Florida.
Eppure Fidel non ha perso la verve dei vecchi tempi e a 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino ha così proseguito in un commento pubblicato dalla stampa ufficiale: «Cuba, che è sempre stata solidale con il popolo ucraino, e che nei difficili giorni della tragedia di Cernobyl ha curato molti bambini colpiti dalle radiazioni, può solo esprimere la sua condanna per questa azione del governo antirusso, anti-ucraino e proimperialista».
Insomma torna il fantasma dell'imperialismo yankee dei tempi di Che Guevara. Nello stesso testo, il leader rivoluzionario - che dal 2006 non occupa nessun incarico ufficiale - ha inviato la sua solidarietà al popolo palestinese, impegnato a «difendere
l'ultimo frammento di quella che è stata la sua patria per migliaia di anni» dall'attacco militare lanciato da Israele contro Gaza.
I maligni dicono che la presa di posizione da Comintern (Internazionale comunista) sia determinata dal generoso colpo di spugna sui debiti cubani con Mosca. In effetti prima di partire dall'isola venerdì scorso il presidente russo Vladimir Putin, diretto in Brasile per la riunione con i Brics e la nuova banca di credito, ha cancellato il 90% dei 32 miliardi di dollari che l'Avana doveva alla Russia dai tempi sovietici. Un debito che i cubani si rifiutavano di pagare sostenendo di aver subìto gravi danni economici dopo essere stati abbandonati da Mosca con la fine del comunismo. E Vladimir Putin, sulle orme di Krusciov, ha cancellato il debito pregresso ma sembra, secondo fonti del quotidiano russo Kommersant, in cambio di un qualcosa: sembra che la Russia e Cuba abbiano concordato in linea di principio di restituire a Mosca la storica «base di ascolto» di Lourdes, a 60 chilometri a sud dall'Avana. I colloqui sulla ripresa del funzionamento del centro radar - puntato sulla Florida e distante 250 chilometri, che, come disse una volta Raul Castro, fratello di Fidel, forniva ai russi il 75% delle informazioni strategico militari sugli Stati Uniti - si sarebbero tenuti dopo che Mosca ha cancellato appunto il 90% del debito cubano (31,7 su 35,2 miliardi di dollari). Pecunia non olet, dicevano i latini. E Fidel conosce bene il latino perché lo ha studiato a lungo nelle scuole dei gesuiti.