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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2014 alle ore 17:39.
L'ultima modifica è del 18 luglio 2014 alle ore 17:42.

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Da Lisbona mandano segnali di rassicurazione sulla crisi del Banco Espirito Santo. Governo e Banca centrale portoghesi cercano di tranquillizzare i mercati finanziari sulla solidità del sistema bancario e dell'economia del Paese. La bufera non è ancora superata del tutto anche se il Banco Espirito Santo, dopo aver perso in Borsa metà del suo valore, potrebbe aver superato la fase più difficile. E il Portogallo sembra avere la forza per resistere alle tensioni.

«Il gruppo Espirito Santo è un gruppo privato che sta tentando di risolvere i suoi problemi senza l'intervento del governo. Speculare su scenari catastrofici non è la cosa giusta da fare», ha detto nei giorni scorsi il ministro delle Finanze portoghese, Maria Luis Albuquerque, dopo i downgrade decisi dalle agenzie di rating per la maggiore banca lusitana. Intervenendo in Parlamento, Albuquerque ha spiegato che le condizioni del sistema finanziario del Paese stanno migliorando e che non bisogna confondere la situazione di un solo gruppo con quella del sistema nel suo complesso: «È importante non lanciare allarmi ingiustificati», ha detto ribadendo che il governo di Lisbona non intende interferire nel management della banca.

Oggi il governatore della Banca centrale portoghese, sempre al Parlamento, ha assicurato che «il Banco Espirito Santo è al sicuro perché ha sufficiente capitale per arginare l'eventuale impatto negativo delle sue esposizioni a rischio. E anche se la situazione dovesse precipitare i buchi verrebbero coperti, la solvenza sarebbe garantita e - ha detto Costa - i clienti sarebbero comunque salvaguardati».

In molti sostengono che per i mercati finanziari la vicenda dell'Espirito Santo sia stata solo un pretesto per vendere. Probabilmente ad allentare le tensioni su Lisbona sono intervenuti i timori, ben più gravi, sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Ma questa nuova crisi bancaria ha reso evidente quanto siano ancora fragili i sistemi economici dell'Europa periferica, quelli dei Paesi che già hanno dovuto chiedere il salvataggio di Bruxelles. In attesa che l'unione bancaria venga completata e si spezzi il legame pericoloso tra crisi finanziaria e debito sovrano. «La domanda più preoccupante sul Banco Espirito Santo è se il governo di Lisbona dovrà o meno essere coinvolto e in caso affermativo quanto costerà al contribuente e se sarà necessario intervenire per evitare ripercussioni sistemiche», ha affermato Steve Hussey, analista di Alliance Bernstein in relazione alle difficoltà del Banco Espirito Santo.

«Lo scandalo è evidente, così come le responsabilità degli amministratori della banca che dovranno rispondere della loro gestione poco trasparente - dice da Lisbona una fonte vicina al governo di Pedro Passos Coelho - ma la risposta degli investitori alle aste sui titoli pubblici di questi ultimi giorni ci dicono che dobbiamo stare tranquilli e avere fiducia. L'economia portoghese è uscita a testa alta dal programma di aiuti europei e sta guadagnando solidità».

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