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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2014 alle ore 17:12.

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È una guerra che si combatte colpo su colpo, nelle viscere della terra sabbiosa a ridosso della Striscia di Gaza, Israele e l'Egitto. Quando l'esercito di Gerusalemme cominciò a bombardarli dal cielo, i contrabbandieri e le milizie di Hamas ne scavarono di più profondi. E quando le guardie egiziane immisero grandi quantità di gas letale per scoraggiare " le talpe", la soluzione fu introdurre nelle gallerie impianti di aerazione e pompe . Inondarli con le acque fognarie – l'ultimo trovata egiziana - ne ha ridotto drasticamente il numero, ma non è stato sufficiente. Perché i più intraprendenti hanno introdotto rivestiture impermeabili e sistemi per evacuare l'acqua.

Distruggere la ragnatela dei tunnel che si estende nel sottosuolo della Striscia di Gaza è un'impresa davvero difficile. Questa volta, però, l'esercito israeliano sembra più determinato che mai. Agli occhi di Gerusalemme i tunnel di Hamas rappresentano la peggiore minaccia, la più insidiosa, la meno prevedibile.
Perché è proprio attraverso un tunnel che un commando di miliziani palestinesi rapì il caporale Gilad Shalit in territorio israeliano per poi portarlo a Gaza. Era il 25 giugno del 2006. Israele fece di tutto per recuperare il suo soldato. Bombardò la Striscia per giorni e poi la invase con le sue truppe. Invano.

Hamas comprese presto che i tunnel erano un fattore strategico nella guerra contro Gerusalemme. Grazie alle gallerie sempre più sofisticate riuscirà più tardi a importare armamenti, munizioni e i componenti di quei razzi a lunga gittata che in queste settimane colpiscono il territorio israeliano da nord a sud. Ed è sempre attraverso queste strade sotterranee che Hamas ha inviato i suoi miliziani in Iran per ricevere addestramento militare ed ha ricevuto i consiglieri militari dei suoi alleati.

È bene distinguere; ci sono i tunnel del contrabbando - quelli che nel 2008 hanno trasformato l'economia di Gaza - e i tunnel segreti di Hamas, usati soprattutto per scopi militari. Ma non sempre la divisione è netta. Anzi.
Tutti, comunque rappresentano, una minaccia. Anche quelli commerciali. Le merci contrabbandate si prestano infatti a diversi usi. Le grandi quantità di cemento e infrastrutture in ferro che arrivavano dall'Egitto non sono servite solo per ricostruire le case distrutte dei civili, ma spesso e volentieri anche che costruire gallerie sempre più solide. Come quella scoperta lo scorso ottobre dall'esercito israeliano, lunga 1,7 chilometri e costruita con quasi 500 tonnellate di calcestruzzo e cemento.

Tutto è iniziato nel giugno del 2007, quando Hamas conquistò la Striscia di Gaza sbaragliando le forze di Fatah in una guerra civile tanto sanguinosa quanto breve. Gerusalemme non poteva tollerare che un movimento nemico, il cui statuto non solo non riconosceva Israele ma ne auspicava la sua distruzione, avviò un embargo sul traffico di merci che transitava quotidianamente nella Striscia di Gaza. Privata dei valichi israeliani, spesso senza elettricità e benzina, l'economia di Gaza annaspava. Si cominciò a scavare. Sempre di più. Nel 2007 i tunnel erano piccoli cunicoli, nascosti tra le macerie di Rafah, la città del contrabbando ai confini con l'Egitto. Trovarli era tutt'altro che facile.

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