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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2014 alle ore 23:38.
L'ultima modifica è del 22 luglio 2014 alle ore 23:54.

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Nessun fumus persecutionis: disco verde con 395 sì e 138 no dell'aula della Camera alla custodia cautelare in carcere per Giancarlo Galan, il deputato di Forza Italia coinvolto nell'inchiesta della procura di Venezia sul Mose. A dare il via libera alla richiesta del Gip del tribunale veneziano sono stati Pd, Scelta civica, Popolari per l'Italia (Pi), M5S, Sel e Lega Nord, che hanno "promosso" la relazione della Giunta per le autorizzazioni, favorevole all'arresto.

Destinazione, il carcere di Opera
Dopo la lettera di dimissioni dall'ospedale di Este, Galan, ricoverato per una frattura di tibia e perone (e una successiva tromboflebite, prognosi 40 giorni), è salito su un'ambulanza che lo ha portato a casa. Qualche ora dopo è arrivata anche la notifica dell'ordinanza di custodia in carcere, emessa dal gip di Venezia il 4 giugno scorso. Galan, che ha ricevuto una telefonata di solidarietà da parte di Silvio Berlusconi, è poi uscito a tarda sera dalla sua villa di Lozzo Atestino accompagnato da un'ambulanza, da un'auto della polizia penitenziaria e diversi mezzi di forze dell'ordine in borghese. Il parlamentare è stato condotto al carcere di Opera (Milano).

Il via libera della Camera all'arresto
A nulla è valso il voto segreto e neppure il tentativo di nuovo rinvio del voto da parte di Forza Italia (sostenuto anche da Ncd, Pi e Misto) a causa dell'assenza di Galan dall'aula per motivi di salute. Gli avvocati di Giancarlo Galan, appena conclusa la votazione alla Camera sulla richiesta di arresto del parlamentare di Fi, hanno annunciato che presenteranno una richiesta di arresti domiciliari. Mentre la scelta di non rinviare ancora il voto sull'arresto di Galan è stata definita «una barbarie» da Forza Italia.

Nessun intento persecutorio
Il relatore Mariano Rabino (Scelta civica) ha ricordato in aula il lavoro certosino svolto dalla Giunta per le autorizzazioni sia sul vasto materiale dell'inchiesta sia sulle memorie difensive depositate da Galan, indagato con l'accusa di aver ricevuto fondi illeciti per almeno 800mila euro dal Consorzio Venezia Nuova. «L'immunità concessa dall'articolo 68 della Costituzione - ha detto Rabino - è una deroga al principio di uguaglianza e non può essere trattata in modo estensivo». Dall'esame dei documenti, la Giunta è arrivata alla conclusione che l'inchiesta veneziana non è affetta da manifesta infondatezza.

Galan esce da ospedale: «Sono incazzato, sapete con chi»
Dopo la lettera di dimissioni dall'ospedale di Este Galan è salito su un'ambulanza che si è allontanata, diretta verso la sua casa a Cinto Euganeo- «Sono incazzato e sapete benissimo con chi». Così l'ex governatore del Veneto uscendo in carrozzina dall'ospedale di Este, dove è stato ricoverato per una decina di giorni dopo una frattura di tibia e perone (e una successiva tromboflebite), occorsa scivolando mentre si trovava nel giardino di casa.

Berlusconi: addolorato per voto, vicino a Galan
Solidarietà anticipata da Berlusconi in una nota: «Sono profondamente addolorato per il voto parlamentare che ha dato il via libera all'arresto dell'on. Galan - ha scritto l'ex Cavaliere-. Trovo particolarmente ingiusto che, non accettando il rinvio del voto proposto da Forza Italia, sia stato impedito a Galan di essere presente in Aula per potersi difendere dalle accuse che gli sono state rivolte».

Falliti i tentativi di rinvio
In apertura di seduta alla Camera, l'aula ha respinto con 289 voti di differenza la richiesta di rinviare per la terza volta le votazioni sull'arresto avanzata da Forza Italia alla conferenza dei capigruppo, a causa del ricovero in ospedale a Este di Galan (per una tromboflebite legata all'ingessatura di una gamba) e dunque della sua impossibilità a presenziare. A favore del rinvio si erano espressi invano, oltre a Fi, i rappresentanti di Ncd, Pi, Psi e Misto; contro, invece, Pd, Sel e M5S. Astenuta Scelta civica. Alla fine della discussione generale ci ha riprovato Ignazio La Russa (Fdi), presidente della Giunta per le autorizzazioni, proponendo un rinvio alla prossima settimana. Ma l'alt stavolta è arrivato dalla stessa presidente della Camera, Laura Boldrini.

Dal Pd al M5S trasversale il fronte del sì all'arresto
Rivendicando la «piena autonomia politica del Parlamento» e le ampie motivazioni dell'ordinanza, Anna Rossomando (Pd) ha dichiarato il voto favorevole del Pd. Via libera anche dal Movimento Cinque Stelle, con toni più vigorosi: Marco Brugnerotto (M5S) ha attaccato duramente la cricca del Mose e la necessità di «fare piazza pulita degli appestati trasversali» che si muovono intorno alle grandi opere. Sì all'arresto anche da Scelta civica, Pi, Lega Nord e Sel.

Sisto (Fi): vince lo spirito giustizialista
«A che cosa serve il Parlamento se trasformato in palestra di giustizialismo?», ha domandato il deputato azzurro Francesco Paolo Sisto, che ha parlato di «barbarie». Gianfranco Giovanni Chiarelli (Fi), relatore di minoranza in Giunta per le autorizzazioni, ha stigmatizzato il «disinteresse di un'aula vuota» e la confusione tra persecuzione e fumus persecutionis. «Galan non potrebbe più delinquere nemmeno se volesse», ha sottolineato Antonio Leone (Ncd), secondo cui il sì all'arresto è «l'ennesima picconata al principio costituzionale dell'articolo 68».

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