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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2014 alle ore 15:40.
L'ultima modifica è del 10 luglio 2014 alle ore 21:58.

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La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha detto sì all'arresto dell'ex governatore del Veneto e parlamentare di Fi Giancarlo Galan. I voti favorevoli sono stati 16 (Lega, Pd, Scelta Civica, Sel e Cinquestelle), quelli contrari 3 (Forza Italia, Ncd, Psi). Il presidente della Giunta per le autorizzazioni Ignazio La Russa (Fdi) non ha votato. L'ultima parola spetta all'aula di Montecitorio il 15 luglio alle ore 17.

No a richiesta rinvio atti a magistratura
In precedenza la Giunta aveva respinto, con 14 voti contrari, 4 a favore e 1 astenuto, la richiesta, avanzata dal deputato del Psi, Marco Di Lello, di rinviare gli atti relativi alla richiesta di custodia cautelare nei confronti di Giancarlo Galan, nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti sul Mose, alla luce della nuova normativa sulla custodia cautelare, che prevede che siano possibili gli arresti domiciliari qualora il soggetto sia incensurato e la misura venga prevista per un reato punibile con non più di tre anni.

Il relatore: su Galan no 'fumus'
Mariano Rabino (Sc), relatore del parere sul caso Galan nella Giunta per le autorizzazioni alla Camera, ha proposto l'autorizzazione all'arresto. «Umanamente mi dispiace e sento il peso e la gravità del ruolo, di Galan mi piace il modo appassionato e fuori dagli schemi di fare politica, ma la mia valutazione è politica, non etica o giudiziaria: in questo caso ritengo non ci sia "fumus persecutionis"», aveva annunciato lo stesso Rabino, in un'intervista a La Stampa.

L'accusa
I magistrati della procura di Venezia che indagano nell'inchiesta Mose e che hanno chiesto l'arresto di Galan, accusano l'ex governatore del Veneto di aver ricevuto fondi illeciti
per almeno 800mila euro dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn) nell'ambito delle opere del Mose. Le tangenti, da fondi neri realizzati dal Consorzio, risalirebbero agli anni tra il 2005 e il 2012.

La difesa
«Sono stato investito da un ciclone umano, mediatico, giudiziario che mai avrei pensato. Io non ho le colpe che mi vengono attribuite». Così si era difeso Galan lo scorso 23 giugno illustrando in conferenza stampa a Montecitorio la memoria difensiva di 500 pagine depositata in Giunta. «Sulle mie condizioni patrimoniali e sulla casa sono state dette fesserie colossali. Io so che il politico è un mostro, ma mi aspettavo più rispetto nei confronti miei e della mia famiglia», aveva detto Galan, che si era difeso così dalle accuse di aver intascato tangenti: «Non esiste una parola sul fatto che io abbia avuto soldi».

La replica di Galan
«Purtroppo - ha detto il deputato di Forza Italia Giancarlo Galan - l'esito del voto di oggi della Giunta per le Autorizzazioni a procedere era stato ampiamente annunciato. Resto fiducioso che i colleghi d'aula abbiano letto la documentazione che ho prodotto e votino secondo coscienza, personale. Io sono innocente».

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