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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2014 alle ore 11:55.
L'ultima modifica è del 23 luglio 2014 alle ore 14:08.

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Luigi Cesaro Luigi Cesaro

Concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. È questa il capo d'accusa più pesante contestato al deputato Luigi Cesaro nella richiesta d'arresto inoltrata alla Camera dal gip di Napoli. Accanto a questo, anche quelle di turbata libertà degli incanti e illecita concorrenza con violenza e minaccia, reati aggravati dall'aver agevolato il clan dei Casalesi, fazione Bidognetti. Cesaro è al centro di un'inchiesta su presunte irregolarità nella concessione di appalti del Comune di Lusciano (Caserta) a ditte legate al clan dei Casalesi. Secondo l'ipotesi accusatoria, numerosi appalti pubblici sono stati assegnati illegalmente a ditte vicine al clan, con l'estromissione forzata di imprese concorrenti. Il diretto interessato si definisce «amareggiato di fronte a un'accusa ingiusta». Ma assicura: «Chiederò che la Camera autorizzi rapidamente l'esecuzione del provvedimento»

L'accusa: appalti assegnati illegalmente
L'indagine è iniziata nel novembre 2008 e, secondo la procura, ha dimostrato l'esistenza di una «collaudata e duratura connivenza», scrive in una nota il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, «tra i vertici del clan dei Casalesi, in particolare Raffaele Bidognetti, figlio del boss Francesco, con esponenti dell'amministrazione comunale di Lusciano e imprenditori, che ha fatto sì che questi si aggiudicassero gare di appalto con procedure truccate».

Cesaro: chiederò a Camera di autorizzare arresto
«Grande è la mia amarezza di fronte ad un'accusa ingiusta», ha affermato Cesaro in merito alla richiesta di arresto pervenuta dai magistrati napoletani. Ma il deputato ha assicurato: «Come già anticipato, chiederò che la Camera autorizzi rapidamente l'esecuzione del provvedimento»

Le rivelazioni dei pentiti
A chiamare in causa Cesaro, due pentiti dei Casalesi, Luigi Guida e Gaetano Vassallo. Secondo Guida (che ha guidato per lungo tempo la fazione Bidognetti del clan dei Casalesi) a Lusciano, dove si doveva realizzare un piano di sviluppo industriale con fondi per il Pip locale, due appalti furono assegnati a ditte della famiglia Cesaro su pressioni dei Bidognetti. Vassallo ha raccontato invece ai pm Marco Del Gaudio, Cesare Sirignano e Antonello Ardituro, che Cesaro sarebbe stato presente a una riunione a Lusciano proprio per decidere quali ditte avrebbero lavorato alla realizzazione del piano.

Amministratori pubblici coinvolti
Tra gli appalti sospetti c'è quello per la costruzione di un impianto sportivo a Lusciano. Nell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli e dai sostituti Antonello Ardituro, Giovanni Conzo, Marco Del Gaudio e Cesare Sirignano, sarebbero coinvolti ex amministratori pubblici, l'ex consigliere regionale Nicola Ferraro e alcuni fratelli del deputato Luigi Cesaro.

Le inchieste precedenti
Luigi Cesaro in passato è stato coinvolto in un'altra inchiesta legata alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, con condanna in primo grado e assoluzione in Cassazione. È stato anche coinvolto dell'indagine sulla costruzione di un centro commerciale a Villa di Briano, per la quale è sotto processo l'ex sottosegretario di Forza Italia Nicola Cosentino.

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