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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2014 alle ore 15:11.
L'ultima modifica è del 25 luglio 2014 alle ore 07:58.

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«Sono sconvolto dalla notizia dell'attacco alla scuola Unrwa nel nord della Striscia di Gaza». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon sottolineando che tra le vittime ci sono donne, bambini, e membri dello staff delle Nazioni Unite. «Ancora una volta ribadisco che tutte le parti devono rispettare i loro obblighi in base al diritto umanitario internazionale», ha aggiunto il segretario generale, il quale ha espresso il suo cordoglio alle famiglie delle vittime. «L'attacco di oggi sottolinea l'imperativo che le uccisioni devono fermarsi, e devono fermarsi ora», ha commentato. Anche il Dipartimento di Stato Usa ha chiesto che vengano risparmiati i civili nel conflitto in corso a Gaza.

Sono infatti almeno 17 le persone uccise, duecento quelle ferite nel bombardamento aereo israeliano sopra una scuola nella località di Beit Hanun, nel nord della Striscia. La scuola era gestita dall'Onu (l'Unrwa) e accoglieva rifugiati. Da quando é cominciata l'operazione Margine Protettivo, all'alba dell'8 luglio, sono oltre 140mila i palestinesi che hanno lasciato le loro case, e nel corso di queste settimane molti di loro hanno cercato rifugio proprio negli edifici messi a disposizione dall'Unwra. I media israeliani riferiscono che l'esercito dello Stato ebraico ha aperto un'inchiesta sulla distruzione della scuola Onu piena di sfollati palestinesi, perché i razzi di Hamas cadevano nella zona proprio mentre infuriavano i combattimenti; i razzi palestinesi dunque - ipotizza l'esercito israeliano - potrebbero essere responsabili della vittime, riferisce il quotidiano Yedioth Ahronoth. Invece il portavoce di Hamas nella Striscia di Gaza, Fauzi Barhum, ha definito l'attacco alla scuola dell'Onu a Beit Hanun un «crimine di guerra» e la prova che «anche le strutture internazionali non sono al riparo dall'aggressione israeliana». Hamas, ha aggiunto. «Non consentirà che questo incidente passi senza risposta».

I raid proseguono senza sosta
Al 17esimo giorno dell'operazione Protective edge, inoltre, un nuovo raid israeliano nella zona est di Gaza ha causato la morte di almeno altri 7 palestinesi. In precedenza nella stessa zona, presso Khan Yunis, nella zona orientale della Striscia di Gaza, altri sei palestinesi fra cui due bambini, membri di una stessa famiglia, erano stati uccisi da un bombardamento dell'aviazione israeliana. Sale così a 25 il numero delle vittime palestinesi dei raid aerei israeliani nelle ultime ore mentre Hamas fa sapere che non accetterà nessuna tregua finché non finirà l'embargo su Gaza. Hamas e l'Autorità nazionale palestinese avrebbero inviato alle Nazioni Unite, ai membri della Lega Araba e alle altri parti coinvolte negli sforzi per un cessate il fuoco, un documento nel quale sono dettagliate le condizioni per una possibile tregua. Tra queste - riporta il quotidiano israeliano Haaretz - ci sono il libero movimento per i cittadini di Gaza, l'apertura del valico di Rafah con l'Egitto, la liberazione dei detenuti arrestati da Israele in Cisgiordania e anche della quarta tranche prevista nelle passate trattative di pace.

Diplomazia al lavoro
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, si trova in visita ufficiale in Medio Oriente: qui ha espresso la grave preoccupazione del proprio Paese per l'alto numero di vittime civili determinate dall'operazione militare di Israele a Gaza e ha dichiarato di voler fare tutto quanto è in suo potere per porre una rapida fine alle ostilità che hanno finora provocato la morte di oltre 740 palestinesi, 34 israeliani (soprattutto soldati) e un operaio thailandese. Durante una conferenza stampa con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Hammond ha espresso, comunque, il sostegno della Gran Bretagna al diritto di Israele all'autodifesa, riconoscendo che i combattimenti attuali sono stati determinati dal lancio indiscriminato dei razzi di Hamas contro le città dello stato ebraico. Il segretario del Foreign Office è successivamente partito alla volta del Cairo, dove ha in agenda incontri con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e con il ministro degli Esteri Sameh Shoukry. Qui, in serata é atteso di nuovo il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

Le autorità Ue consentono voli per Tel Aviv
Intanto l'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), ha rivisto la sua «forte raccomandazione» ad evitare l'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, e ha raccomandato alle Autorità di aviazione nazionali di basare le proprie decisioni sulla base di valutazioni del rischio, in particolare usando le analisi degli operatori. L'Easa resta in stretto contatto con l'Autorità dell'aviazione civile d'Israele, impegnata ad informare subito Autorità di aviazione nazionali e operatori su qualsiasi cambio di situazione in Israele.

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