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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2014 alle ore 08:35.
L'ultima modifica è del 25 luglio 2014 alle ore 15:04.

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(LaPresse)(LaPresse)

«Una grande nottata di lotta». Così, sul sito notav.info, viene definita la notte appena trascorsa in Valsusa. Quando, dopo mesi di azioni "sottotono", è ricominciata – violenta – la protesta del Movimento che si oppone alla realizzazione dell'alta velocità Torino-Lione.

A far salire rapidamente i toni hanno contribuito, in settimana, le dichiarazioni del leader dei no Tav, Alberto Perino. Che martedì, durante un Consiglio comunale aperto, ha incitato gli attivisti a «stanare con i cani i carabinieri» in pattugliamento dei boschi intorno Chiomonte, per garantire la sicurezza degli operai che lavorano. A questo si somma la decisione di uscire dall'Osservatorio "del dialogo", guidato da Mario Virano, assunta dai Comuni di Susa e Condove. Amministrazioni fino a prima delle elezioni di maggio «collaborative rispetto progetto» (specie Susa, dove è previsto il grosso dei cantieri del Tav) e ora, dopo il cambio della guardia, fortemente contrari.

Certi di un rinnovato sostegno, anche da parte delle amministrazioni del territorio, ieri sera un gruppo di circa 250 attivisti no Tav, fra cui molti anarchici e autonomi, vestiti di nero e con il volto coperto, si sono presentati intorno alle 21.30 al campo sportivo di Giaglione. Da qui sono partiti, in gruppi separati, chi in direzione dei boschi, chi delle reti del cantiere. Un gruppo si è diretto verso la galleria dell'autostrada Torino-Bardonecchia.

La battaglia e i «folletti»
Proprio in prossimità dell'A32 è partito il primo attacco: con l'incendio di alcuni copertoni sulle carreggiate dell'autostrada, che per il denso fumo è stata chiusa al traffico, e un successivo lancio di sassi, petardi e fuochi di artificio ai danni delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, impegnati nelle operazioni di spegnimento delle fiamme. Il secondo attacco è partito dai boschi, nei pressi dell'area archeologica. Le forze dell'ordine, schierate a protezione degli operai che lavorano a Chiomonte anche in notturna, hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni. Un sostituto commissario di polizia, colpito di striscio da una bomba carta, ha riportato ustioni ad una caviglia. La battaglia è scemata intorno alle 2.30. Intorno alle 3,30, concluse le operazioni di bonifica, è stata riaperta l'autostrada.

«Ore 02.20: i folletti No Tav sono svaniti nel bosco – si legge sul sito Notav.info - e poco alla volta tutti gli altri stanno rientrando a Giaglione. Molti sorrisi e soddisfazione per una grande nottata di lotta!». E ancora: «L'avevamo detto e l'abbiamo fatto, ancora una volta il movimento No Tav si è ripreso i luoghi storici della propria lotta, sfidando i divieti e l'apparato poliziesco del cantiere-fortino. Dalla nostra valle è stato lanciato un chiaro segnale a chi, nonostante tutto, continua a credere che quest'opera inutile e dannosa un giorno si farà».

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