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Addio al carbone: il Sulcis sperimenta l'energia pulita

Le miniere in perdita chiuse entro il 2018. Al loro posto centro di ricerca d'eccellenza. Okay da Roma con trenta milioni di risorse.

9. Sulcis / Pulire l'aria

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Le tecnologie oggi in uso per catturare la CO2 sono costosissime. C'è chi separa l'anidride carbonica usando le ammine, processo che fa rincarare fino al 50% il costo del chilowattora, e chi prova tecnologie di sequestro e cattura del carbonio dei fumi con costi nell'ordine dei 70 euro la tonnellata contro un'euromulta di 5 euro la tonnellata: è più economico pagare la sanzione che interrompere l'emissione di anidride carbonica nell'aria.

Ha costi anche l'ossicombustione che potrebbe essere la rivincita del Sulcis-dopo-il-carbone. Ma non è una tecnologia insostenibile e poi può essere usata non solamente per ripulire i fumi del carbone: perfino gli inceneritori potrebbero dotarsi di questa tecnologia, eliminando dalla ciminiera le porcherie. «Vogliamo costruire una filiera italiana, un polo tecnologico strategico per il Paese», osserva Porcu.
Separata dai fumi, la CO2 va poi collocata da qualche parte. Con costi importanti, limiti e divieti. «Per esempio il Congresso Usa ha vietato di scaricare nella bolletta il costo dello stoccaggio dell'anidride carbonica».
La Sotacarbo vuole sperimentare più forme di stoccaggio in profondità, sotto gli strati che arrivano a mille metri. Se l'anidride carbonica viene pompata a 70 gradi e a 40 atmosfere s'infiltra nel carbone e ne caccia fuori il grisù, il metano che è il terrore di ogni minatore. Più sotto ancora c'è roccia impregnata di acqua preistorica. «Proveremo sia l'iniezione nel carbone, sia quella nell'acquifero».

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TAG: Sulcis

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