Addio al carbone: il Sulcis sperimenta l'energia pulita
Le miniere in perdita chiuse entro il 2018. Al loro posto centro di ricerca d'eccellenza. Okay da Roma con trenta milioni di risorse.
6. Sulcis / La storia
Dalla metà dell'Ottocento si estrae carbone nel Sulcis. Ma prima dell'autarchia fascista le miniere erano piccoli scavi locali. Mussolini dittatore di un'Italia povera di materie prime con la nascita dell'Acai (Azienda carboni italiani) sviluppò gli unici due giacimenti di carbone del Paese: Arsia in Istra e il Sulcis in Sardegna. Per l'Italia si mossero migliaia di braccianti così miseri che un lavoro in miniera appariva loro come un'attrattiva allettante.
I 3mila abitanti del Sulcis divennero in breve 50mila attorno alle miniere di Serbarìu, Seruci, Nuraxi Figus. Architetti metafisici come Gustavo Pulitzer, Cesare Valle o Eugenio Montuori progettarono spettacolari città – Carbonia e Cortoghiana – che fanno sfigurare per modernità tante realizzazioni di oggi. Ma il minerale è pieno di zolfo e non ha mercato.
Finita la guerra, i bilanci della miniera sono subito esplosi in un mare di passività pagate dai cittadini italiani. Dall'Acai fascista la miniera di Stato è passata per l'Egam, l'Iri, l'Eni e altre società fino ad approdare sotto la Regione Sardegna.
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