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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2014 alle ore 11:05.
L'ultima modifica è del 26 luglio 2014 alle ore 14:48.

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Berlusconi esce allo scoperto. E gioca la carta dell'unità. Lo fa con una lettera (pubblicata oggi sul Giornale), attesa da giorni, ai leader di tutti i partiti di centrodestra, da Ncd alla Lega. Una lettera che vuole essere il primo passo per realizzare l'obiettivo della riunificazione dei moderati. Obiettivo necessario e perseguibile secondo l'ex Cavaliere, perché «non è venuta meno la condivisione di valori fondanti comuni». Un'apertura raccolta dal leader Ncd Angelino Alfano che alla prima assemblea nazionale di Ncd a Roma dice: «Leggendo i giornali questa mattina ci rendiamo conto che chi doveva capire ha capito il gesto di coraggio» e «ha scelto una strada del tutto diversa rispetto a quella che c'era il rischio potesse scegliere». Poi pone come condizione per discutere di futura coalzione la modificare della legge elettorale («Berlusconi rinunci a soffocarci con Italicum»). E aggiunge: «Noi siamo alternativi alla sinistra e non vogliamo certamente ritornare a Canossa. Noi vogliamo un centrodestra completamente diverso da quello del passato».

Non un cartello elettorale ma obiettivi condivisi
Nella lettera Berlusconi, nella sua veste di «leader della forza più votata del centrodestra», si dice «convinto che sia giunto il momento di riprendere, per gradi e nel rispetto delle storie di ciascuno, la strada per costruire non un cartello elettorale, che non servirebbe a nulla, ma una piattaforma politica comune in vista delle prossime scadenze elettorali». No dunque alla strada «delle sommatorie numeriche, utili solo a sconfiggere l'avversario». Un'opzione quest'ultima dal respiro corto, «un errore», commesso in passato «forse» anche dal centrodestra, «per quanto in misura minore» rispetto al centrosinistra».

Differenze superabili
Berlusconi non nasconde le differenze di programma e obiettivi tra i partiti di centrodestra, ma si dice convinto dell'esistenza di un minimo comun denominatore che rappresentare il collante della futura alleanza. «So benissimo che fra noi ci sono delle differenze, anche significative, di linguaggio, di metodo e di contenuti. È naturale che sia così: non siamo lo stesso partito e non immaginiamo di diventarlo» ammette l'ex Cavaliere. «Tuttavia - prosegue - queste differenze non escludono un minimo comun denominatore, che è il nostro tratto distintivo rispetto alla sinistra: la centralità della persona, dell'uomo, del cittadino rispetto allo Stato, la richiesta pressante di uno Stato più leggero e quindi anche più efficiente, che imponga meno tasse e meno burocrazia e garantisca più libertà».

Questione leadership punto di arrivo
Per Berlusconi tutto il resto ossia «contenuti specifici, linguaggi, insediamenti elettorali, è importante ma viene dopo». Anche la questione della leadership è di secondaria importanza. « Ancora dopo - sottolinea infatti Berlusconi - vengono le questioni di leadership, di candidature,di liste o di organigrammi. Questo è il punto d'arrivo, non quello di partenza, di un percorso lungo e graduale, che abbiamo il dovere di intraprendere».

Ricominciare dal territorio
Di qui l'appello finale a «lavorare insieme», a «ricominciare senza rivendicare primogeniture». E la necessità di ripartire non da un «accordo fra vertici di partiti, ma dal basso, dal territorio, dalla gente».

Alfano: serve centrodestra diverso dal passato
Dopo la lettera, un segnale di attenzione arriva dall'Ncd. Il leader Angelino Alfano che nei giorni scorsi aveva rispedito al mittente l'offerta di un incontro con Berlusconi, oggi apprezza e rilancia all'assemblea nazionale Ncd: «Leggendo i giornali questa mattina ci rendiamo conto che chi doveva capire ha capito il gesto di coraggio» e «ha scelto una strada del tutto diversa rispetto a quella che c'era il rischio potesse scegliere». E aggiunge: «serve un grande e rinnovato patto per rifondare un centrodestra completamente diverso dal passato, perché il vecchio centrodestra è morto e non esiste più». Poi rivolto a Berlusconi: «Si ricostruirà il centrodestra con il rispetto delle opinioni di tutti, con la democrazia all'interno». Anche per Alfano, ad ogni modo, l'obiettivo è la «costruzione della grande area moderata e del centrodestra».

Alfano: Berlusconi rinunci a soffocarci con Italicum
Poi Alfano rilancia sulla necessità di rivedere l'Italicum (a partire da soglie di sbarramento e introduzione delle preferenze). «Nell'appello di oggi di Berlusconi - spiega - manca un punto che per noi è fondamentale per capire se questa potenziale coalizione si può realizzare. Ci date una dichiarazione ufficiale di Forza Italia sulla legge elettorale? Per nascere la coalizione non deve soffocare in culla quelli che nel centrodestra c'erano fin dall'inizio. Questa è la vera questione e non è risolta». Poi aggiunge: «vogliamo che il totem dell'articolo 18 venga abbattuto». E a chi chiede a Ncd di uscire dal governo replica: «Il nostro problema è che c'è un Matteo Renzi che fa troppe cose di centrodestra invadendo un bacino di altri».

Salvini: Alfano ignora sicurezza e immigrati, si dimetta
Ma che il dialogo nel centrodestra non sia né facile né scontato lo dimostrano le polemiche odierne della Lega che con il segretario Matteo Salvini non ha perso occasione per sparare ad alzo zero contro il leader Ncd. «Alfano si deve dimettere da ministro dell'Interno, parla di legge elettorale, di Renzi, di Art. 18. Su Sicurezza e Immigrazione nulla!» ha scritto su twitter Salvini, commentando l'intervendo del leader di Ncd all'assemblea nazionale del partito.

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