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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2014 alle ore 09:45.
L'ultima modifica è del 27 luglio 2014 alle ore 21:11.

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Almeno 13 palestinesi sono morti oggi a Gaza, secondo quanto ha dichiarato il portavoce del ministero della Sanità della Striscia, Ashraf al Qedra. Fra i morti, ha spiegato, vi sono un uomo colpito da un raid aereo a Khan Yunis mentre viaggiava in moto e diverse persone ferite nei giorni scorsi. In totale, secondo le fonti mediche locali che hanno rivisto il conteggio totale, sono 1.031 i morti palestinesi al ventesimo giorno dell'operazione Confine protettivo. I feriti sono più di 6mila. Da parte israeliana, sono 43 i soldati rimasti uccisi dall'inizio dell'offensiva, il 17 luglio.

Sul fronte della cronaca, una casa nella regione israeliana di Eshkol è stata colpita questa sera da un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza. Lo scrive il sito Times of Israel, aggiungendo che oltre 50 razzi sono stati sparati oggi contro Israele, anche dopo le 14 quando sarebbe dovuta entrare in vigore la tregua di 24 ore proclamata da Hamas. E le sirene ancora sul far della notte segnalano l'arrivo di razzi alle comunità israeliane a ridosso della Striscia.

Proprio Hamas ha infatti accettato la proposta dell'Onu di una nuova tregua umanitaria nelle attività militari a Gaza di 24 ore a partire dalle 14 (le 13 italiane) di domenica. Ma Israele ha deciso di non aderire. A riferirlo è stato un alto funzionario del governo israeliano al quotidiano «Haaretz».

Il movimento islamista palestinese aveva fatto sapere di aver accettato la proposta di tregua «in risposta all'intervento dell'Onu, in considerazione della situazione della popolazione di Gaza e in occasione dell'Eid al Fitr», in cui si celebra la fine del mese sacro del Ramadan. La proposta prevedeva una cessazione delle ostilità per 24 ore di tempo a partire dal pomeriggio odierno.

L'inviato dell'Onu in Medio Oriente, Robert Serry, aveva chiesto a Israele di accettare la tregua: «Spero che il governo israeliano voglia di nuovo riaffidarsi a una pausa umanitaria ora che Hamas è pronta per una pausa senza condizioni. Ho chiesto al governo israeliano di mostrare autocontrollo e di accettare la richiesta. Questo è un giorno importante, visto le feste musulmane».

Netanyahu: no alla proposta Usa
E dal premier israeliano, Benyamin Netanyahu, arriva uno stop alle proposte del segretario di Stato Usa, John Kerry, per una tregua più duratura a Gaza e conferma che l'unica iniziativa valida resta quella egiziana: «Israele ha accettato 5 cessate il fuoco, incluso due per motivi umanitari che Hamas ha sempre respinto - ha reso noto il primo ministro - Noi non abbiamo ripreso i combattimenti, sono stati loro a farlo. Noi prenderemo qualsiasi misura per proteggere il nostro popolo». Per Netanyahu «Hamas è responsabile di questi morti» e «sta violando la tregua di 24 ore che aveva annunciato».

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