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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2014 alle ore 11:21.
L'ultima modifica è del 28 luglio 2014 alle ore 12:46.

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(Afp)(Afp)

La Russia dovrà pagare 50 miliardi di dollari di risarcimento agli ex azionisti della compagnia petrolifera Yukos. Lo ha deciso la Corte arbitrale permanente dell'Aja, mettendo fine al lungo contenzioso legale iniziato nel 2005. La Yukos fu sciolta dalle autorità russe nel 2003, dopo che l'amministratore delegato e maggiore azionista della compagnia, Mikhail Khodorkovsky, venne giudicato colpevole di evasione fiscale.
La richiesta iniziale degli azionisti era di 100 miliardi di dollari. A loro giudizio il Cremlino sciolse intenzionalmente la Yukos, fabbricando artificialmente le prove di evasione fiscale che portarono alla dichiarazione di bancarotta della compagnia. Khodorkovsky, che ha scontato nove anni in carcere e durante la sua prigionia ha presentato vari ricorsi alla Corte europea dei Diritti umani, ha ceduto le sue azioni della Yukos nel 2005 e negli ultimi tempi ha preso le distanze dal ricorso presentato dagli altri azionisti.
Secondo il giornale russo Kommersant, la Russia farà ricorso in appello contro la decisione della Corte arbitrale. Sempre secondo il quotidiano, alle autorità russe verrà chiesto di pagare i 50 miliardi di dollari di risarcimento entro il gennaio del 2015. La cifra rappresenta oltre il 10 per cento delle riserve valutarie della Russia.

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