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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2014 alle ore 08:39.
L'ultima modifica è del 29 luglio 2014 alle ore 16:13.

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È stata una notte di incessanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza; e sotto le bombe è finita anche la casa di uno dei capi di Hamas, Ismail Haniyeh. La casa dell'ex premier, che é stata colpita da un missile, era però vuota al momento dell'attacco, come ha confermato sulla sua pagina Facebook il figlio di Haniyeh.

I bombardamenti e i cannoneggiamenti si sono susseguiti senza tregua nelle ultime ore ed é stata la notte di attacco a più largo raggio da quando é cominciata l'offensiva contro l'enclave costiera. Agli oltre 200mila sfollati di Gaza (su una popolazione di 1,8 milioni) se ne sono aggiunti nelle ultime ore altri 20mila. Sono gli abitanti dei rioni di Izet Abed Rabbo (vicino al campo profughi di Jabalya) e di Zaitun (a est di Gaza) che la scorsa notte hanno ricevuto da Israele l'avvertimento di abbandonare immediatamente le loro abitazioni.

È stata la notte «più violenta da giorni», ha riferito un giornalista sul posto: 26 le vittime palestinesi (tra cui almeno 9 donne e 4 bambini) dalla mezzanotte. Secondo il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf al Qedra, nove palestinesi sono stati uccisi in un raid prima dell'alba nel campo profughi di al Bureji, mentre altri sette, tutti membri di una stessa famiglia, sono morti quando è stata colpita la loro casa a Rafah.

Nel mirino sono finiti anche i locali della televisione e della radio di Hamas. L'unica centrale elettrica di Gaza è stata colpita la scorsa notte dall'aviazione israeliana. I contenitori di combustibile sono in fiamme da diverse ore e per il momento non è possibile spegnere l'incendio. Lo affermano palestinesi che abitano nelle vicinanze, nel settore centrale della Striscia.

Del resto, le parole, lunedì sera, del premier Benjamin Netanyahu - che ha detto al Paese di prepararsi con «forza e determinazione» a una lunga offensiva - fanno capire che una conclusione rapida del conflitto non é all'ordine del giorno. Anche perché i razzi palestinesi continuano a piovere su Israele: una decina almeno quelli di stamane, tra cui due caduti a una decina di chilometri a sud di Tel Aviv.

Cinque soldati israeliani sono stati uccisi ieri sera in scontri con un commando palestinese che tentava di infiltrarsi in Israele attraverso un tunnel a Nahal Oz, nei pressi della frontiera con la Striscia di Gaza. «I soldati di fanteria Daniel Kedmi (18 anni), Barkey Ishai Shor (21), Sagi Erez (19) e Dor Dery (18) sono stati uccisi durante questo tentativo di attacco«, si legge su un comunicato militare, secondo il quale non é ancora stato autorizzata la diffusione del nome del quinto soldato ucciso.
L'esercito ha annunciato di avere ucciso un membro del commando palestinese. Hamas ha rivendicato l'operazione nella regione ed ha evocato l'uccisione di «dieci soldati« di Israele.

Intanto, non si ferma la conta dei morti: al 22esimo giorno di conflitto, le vittime palestinesi sono quasi 1.100 e 53 i soldati israeliani uccisi. Tra l'altro l'esercito ha reso noto che nella sparatoria che ha accompagnato il tentativo fallito di infiltrazione da parte di un commando palestinese, lunedì pomeriggio, nel sud di Israele, sono morti non solo i 5 miliziani ma anche altrettanti soldati.

La guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha definito oggi Israele un "cane rabbioso" che sta compiendo "un genocidio" nella Striscia di Gaza. Khamenei ha lanciato un appello a tutto il mondo islamico affinché possa "armare" i palestinesi.

L'esercito israeliano ha avvertito gli abitanti della parte orientale di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, di evacuare immediatamente le proprie abitazioni. Lo riferiscono i media israeliani. L'avvertimento è stato fatto attraverso telefonate e il lancio di volantini nella zona.

Dal canto suo Hamas nega di aver accettato una intesa per una tregua umanitaria di 24 ore a Gaza, contrariamente a quanto riferito in precedenza da un dirigente dell'Olp, Yasser Abed Rabbo. Lo riferisce la agenzia di stampa palestinese Maan. «L'annuncio di Yasser Abed Rabbo secondo il quale Hamas ha accettato una tregua di 24 ore non corrisponde a verità» ha detto a nome di Hamas il suo portavoce Sami Abu Zuhri. «Non ha niente a che vedere con la posizione della resistenza», ossia con la posizione delle fazioni armate di Gaza. «Prenderemo in considerazione un cessate il fuoco - ha aggiunto - quando Israele si impegnerà a rispettarlo a sua volta, con garanzie internazionali».

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