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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2014 alle ore 18:26.
L'ultima modifica è del 01 agosto 2014 alle ore 08:25.

L'amaro in bocca per una «pagina non positiva» al Senato e poi la conferma: l'Italicum cambierà su soglia di sbarramento e preferenze. Matteo Renzi è un fiume in piena alla direzione del Pd. Ringrazia i senatori impegnati sulle riforme, a partire da Sergio Zavoli, e replica agli oppositori, anche interni («Nessuna deriva autoritaria») respingendo al mittente gli attacchi sulla segretezza del patto del Nazareno: «È un atto parlamentare». E sull'economia ammette che la ripresa europea non è quella che ci si aspettava: «Bisogna lavorare di più e meglio».

Franchi tiratori? «Sì, ma più altri che non i nostri»
«Stiamo mettendo fine a anni di bicameralismo perfetto che persino nei lavori preparatori della Costituente fu visto come un problema e un limite», insiste Renzi a proposito della riforma del Senato. Sul Governo battuto sull'emendamento della Lega, il presidente del Consiglio riconosce che non è stata «una pagina positiva»: «Non è il remake dei 101. Ma lascia l'amaro in bocca perché noi riconosciamo a chi dissente il diritto di farlo in piena libertà e franchezza». Aggiunge però che «se dovessi scommettere direi che i franchi tiratori sono stati più altri che non i nostri».

Riforma storica per un federalismo degno
«È una riforma straordinariamente importante e storica», prosegue Renzi. E chiarisce: «Non vogliamo il male delle Regioni, vogliamo il massimo del bene. Oggi hanno eletto un altro fuoriclasse, dopo Errani, che si chiama Sergio Chiamparino. Stiamo facendo sì che esista un federalismo degno di questo nome». Nella replica torna sull'opposizione ostruzionista. E avverte Sel: «Io una maggioranza con chi mi accusa di stuprare la Costituzione non la farei: stiano al loro posto, noi vinceremo le regionali senza di loro».

Nessuna deriva autoritaria
Lo stile adottato finora, per Renzi, è profondamente diverso da chi parla di «deriva autoritaria». «Non ho mai visto autoritari proporre referendum alla fine. Non ho mai visto le polemiche come quelle a cui abbiamo assistito: trovo davvero incredibile che se si fa un incontro si va in streaming e che invece i costituzionalisti si fanno con il voto segreto, da incappucciati». Ciononostante, nel rispetto delle decisioni del presidente del Senato, «andremo a confrontarci con tutti».

Italicum: Renzi chiede il mandato per cambiare la legge
Il presidente del Consiglio sollecita ufficialmente dalla direzione il mandato a cambiare l'Italicum, che da settembre comincerà l'iter in commissione Affari costituzionali al Senato: «Stiamo cercando di alzare la soglia per ottenere il premio di maggioranza e di introdurre le preferenze». Renzi non chiude la porta neppure ai collegi uninominali ma, avverte, «è necessario lavorare insieme ai contraenti il patto, aggiungendo un impegno maggiore sul tema del genere che da parte nostra è stato rispettato». Smentisce poi i tanti che deplorano la segretezza del patto del Nazareno con Berlusconi. «È un atto parlamentare», dice, rivendicando l'accordo con Forza Italia ma pure l'apertura al M5S («Anche se cambiano posizione ogni giorno») e alla Lega. Il motivo è lo stesso: «Se si fa tutti insieme è un valore, dopo anni di riforme a colpi di maggioranza».

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