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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2014 alle ore 16:52.
L'ultima modifica è del 31 luglio 2014 alle ore 23:18.

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(Afp)(Afp)

BRUXELLES – I Ventotto hanno adottato stamani come previsto le attese sanzioni contro la Russia, che entreranno formalmente in vigore domani dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea. Le misure, in risposta alle ingerenze russe negli affari ucraini, hanno già provocato ritorsioni da parte di Mosca. Il timore di molti diplomatici è che l'impatto economico della crisi tra Unione europea e Federazione russa si riveli più sensibile del previsto.

Il Consiglio europeo ha confermato in un comunicato che le misure colpiranno l'accesso delle banche pubbliche russe ai mercati dei capitali europei; l'import-export di armi; l'export di tecnologia a doppio uso civile e militare che ha come destinatario finale il settore della difesa; e infine la vendita dall'Europa verso la Russia di quella tecnologia che può servire all'industria petrolifera per estrarre petrolio in acque profonde, nell'Artico o nelle rocce di scisto.

Il pacchetto di sanzioni, certamente il più grave dai tempi della Guerra Fredda ai danni della Russia, è stato il risultato di un delicato negoziato con l'obiettivo di pesare in modo equilibrato tra i diversi paesi e i diversi settori. Gli effetti delle misure saranno monitorati regolarmente da uno speciale comitato tecnico composto da diplomatici ed esperti. Una prima valutazione più generale verrà effettuata in ottobre. Il pacchetto è stato definito da un funzionario della Commissione "articolato e complesso".

Ieri, sempre i Ventotto hanno pubblicato la lista di nuove personalità colpite da sanzioni europee, portando il totale a 95. Tra questi l'imprenditore Arkady Rotenberg, e i banchieri Yury Kovalchuk e Nikolai Shamalov. Tutti e tre sono vicinissimi al presidente russo Vladimir Putin. Sono 23 in tutto le entità colpite dalle sanzioni. Da Berlino, il vice cancelliere Sigmar Gabriel ha spiegato che le misure europee avranno un effetto "molto rapido" perché "l'economia russa non è affatto in buone condizioni". Pio desiderio?

Il tentativo è di indurre la Russia a interrompere gli aiuti ai ribelli ucraini nella parte orientale del paese, raffreddare gli animi, e contribuire a una soluzione politica della crisi in Ucraina. Per ora, tra Mosca e Bruxelles è però scoppiata una guerra commerciale dagli esiti incerti. La Russia ha deciso di bloccare le importazioni di frutta e verdura dalla Polonia. "Mi aspetto controversie legali, anche davanti all'Organizzazione mondiale del Commercio", spiegava stamani un alto responsabile comunitario.

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