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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2014 alle ore 17:32.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2014 alle ore 21:12.

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Il ceo di Etihad, James Hogan, al termine dell'incontro (Ansa)Il ceo di Etihad, James Hogan, al termine dell'incontro (Ansa)

Si avvicina l'intesa con la compagnia emiratina Etihad per salvare Alitalia: la firma del preaccordo dovrebbe avvenire venerdì. Oggi, nel corso di un nuovo incontro al ministero dell'Economia, è stato trovato l'accordo tra gli azionisti di Alitalia sulla ripartizione dell'aumento di capitale da 300 milioni deciso nei giorni scorsi dal Consiglio di amministrazione. E Poste Italiane avrebbe deciso di aumentare il proprio investimento da 70 a 75 milioni.

Hogan incontra i soci
Giornata fitta di incontri per il ceo di Etihad, James Hogan. Nel primo pomeriggio Hogan ha incontrato il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, e l'amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci. Poi è stata la volta degli altri soci, ma al meeting non ha partecipato l'ad di Poste Italiane, Francesco Caio. Un'assenza che non è passata inosservata. Anche se azienda e azionisti, a cominciare dall'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio, rassicurano: con Poste nessun problema.

Il nodo della midco
Al centro della discussione c'è soprattutto il nodo della midco, la società cuscinetto tra la vecchia Cai e la newco, dove Etihad entrerà con il 49% per salvare Alitalia. È nella midco che Poste ha chiesto e ottenuto di investire i suoi 75 milioni, alimentando però tensioni tra i soci. Ma Federico Ghizzoni, ad di UniCredit, dice da Milano di non registrare criticità: «Penso che il deal stia procedendo nella direazione giusta, che si sia vicini quantomeno alla firma dell'accordo. Poi ci vogliono tutte le autorizzazioni esterne da parte delle Authority».

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