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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2014 alle ore 18:02.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2014 alle ore 07:56.

M5S: uno scandalo. Sel: Governo chiuso
L'attacco dei Cinque Stelle è passato stamattina da un post sul blog di Grillo firmato dai senatori pentastellati: «La riforma del Senato non farà trovare lavoro; non migliorerà la sanità; non garantirà la tua istruzione;non darà certezza alla tua famiglia». E poi «la verità» sui vari punti: falso - scrive il gruppo - che avremo un Senato più trasparente e più pulito, falso che siano stati ridotti i costi. Tutto «mentre gli italiani sono in vacanza e senza il contributo delle opposizioni svilite nel loro ruolo». Parole durissime quelle pronunciate dal senatore Sergio Puglia prima di abbandonare l'Aula: «La riforma è un abominio, la storia vi condannerà». E il capogruppo Vito Petrocelli: «È uno scandalo». I vendoliani di Sel, dal canto loro, hanno riferito che il Governo ha chiuso la porta a tutte le modifiche proposte, tranne a quella sull'introduzione del referendum consultivo e di indirizzo politico che però - ha precisato la capogruppo in Senato, Loredana De Petris - «noi volevamo che fosse propositivo».
Legge elettorale, pressing dei piccoli partiti
Occhi puntati sul nuovo incontro di domani tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale (ottimista il premier: «Troveremo un accordo»). È il quarto faccia a faccia, e forse non sarà l'ultimo. Perché da Forza Italia l'intenzione sarebbe quella di aprire alla modifica delle soglie frenando però sulle preferenze. Che invece sono in cima alla lista delle priorità degli alleati di governo del Pd. Oggi Angelino Alfano, leader di Ncd, le ha chiarite nel colloquio con Renzi: su tutte, appunto, la reintroduzione delle preferenze, seguita da un premio di maggioranza anche «robusto» e soglie «ragionevoli». Nel frattempo una riunione al Senato dei "piccoli" - Ncd, Udc e Per l'Italia - definiva la strategia: alt alle insofferenze manifeste per il patto del premier con Forza Italia, ma la precisazione che «le riforme vanno fatte tutti insieme». Sintetizza Nunzia De Girolamo, capogruppo Ncd alla Camera: «È evidente che sta nascendo un patto a tre tra Pd, Ncd e Forza Italia». Tutto ancora da scrivere, però. Non è un caso che i parlamentari centristi abbiano fatto trapelare che potrebbero tornare a riunirsi all'inizio di settembre per elaborare proposte su un tema caldo come la legge di stabilità. E giocare la loro carta politica più importante.
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