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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 17:00.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2014 alle ore 20:45.

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Approvato in Aula alla Camera (299 sì, 152 no e 7 astenuti) il decreto Competitività. Dopo la fiducia votata ieri (la diciannovesima incassata dal Governo: 352 voti a favore, 193 contrari e 7 astenuti) e il via libera di oggi, il provvedimento, che scade il 23 agosto, è stato subito trasmesso al Senato per la terza lettura, e immediatamente affidato alle commissioni Industria e Ambiente, già convocate per domani mattina alle 8,30 per l'avvio dell'esame. Il testo dovrebbe poi approdare in Aula tra domani sera e venerdì mattina per la definitiva conversione in legge, presumibilmente con un nuovo ricorso al voto di fiducia. Il testo contiene norme che vanno dal settore agricolo alla tutela ambientale e all'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, per finire con il rilancio delle imprese e il contenimento dei costi delle tariffe elettriche.

Polidori (Fi): solo un effetto placebo
Spiegando in aula il voto contrario di Forza Italia Catia Polidori ha preso di mira il decreto Competitività, il cui nome « lasciava sperare in un intervento importante per ridare slancio all'economia», ma si è «invece rivelato essere il decreto della "incompetenza"», concepito nelle intenzioni del Governo « come una potente cura per il recupero della competitività», mentre «potremo ritenerci fortunati se riuscirà a sortire un blando effetto placebo sull'economia reale».

Le ultime modifiche della Camera
Il testo su cui Montecitorio ha dato disco verde è quello licenziato faticosamente dalle commissioni Industria e Ambiente. Venerdì scorso avevano dato il via libera al pacchetto di 14 emendamenti soppressivi presentati dal Governo, relativi alle norme che erano state introdotte in prima lettura. Sono stati dunque cassati il finanziamento di 535 milioni a Poste Italiane (consentendo il ritorno di 410 milioni alla dotazione riservata ai pagamenti dei debiti della Pa), la deroga al rispetto del tetto degli stipendi dei manager pubblici e la semplificazione basata sulla sola Scia per l'avvio dell'attività di impresa. È stata inoltre cancellata, come richiesto dalla commissione Finanze, la norma che consentiva alla Consob di procedere ad assunzioni per chiamata diretta e quella che aboliva il limite della soglia di 1.000 euro per l'uso del contante a stranieri e turisti in Italia. Due giorni fa il decreto era tornato di nuovo alle commissioni per approvare tre ulteriori modifiche che hanno recepito le osservazioni della commissione Bilancio e della Ragioneria dello Stato (soppressione della norma sulla rendita catastale degli immobili con impianti fotovoltaici e subordinazione all'ok dell'Ue per l'aliquota dei titoli emessi da Cdp). C'è poi una correzione sullo spalma incentivi (un chiarimento ai tre scaglioni).

Il ministro Martina: per l'agricoltura misure attese da tempo
Per il corposo pacchetto di norme in campo agricolo il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha tenuto a ringraziare la commissione Agricoltura della Camera. «Ci teniamo molto: contiene misure molto importanti e attese da tempo», ha detto oggi in audizione. «Si inizia a intravedere un piano strategico concreto portato avanti con la collaborazione di tanti, Parlamento compreso».

Il sottosegretario De Vincenti: «Aiuti alle regioni con rigassificatori»
Il Governo ieri, tramite il sottosegretario alle Attività produttive, Claudio De Vincenti, ha annunciato che si impegna a «individuare in un provvedimento da adottare entro fine anno un meccanismo agevolativo per le Regioni che ospitano nel loro territorio i rigassificatori e che assicuri un analogo impatto finanziario» a quello eliminato dal dl competitività. Una rassicurazione per i deputati leghisti che avevano minacciato di occupare l'Aula per protesta contro la mancata soppressione dell'emendamento al decreto «che ha cancellato con un colpo di penna - come aveva denunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia - il "risarcimento" al Polesine per la costruzione del rigassificatore di Porto Viro, consistente in sgravi fiscali sui carburanti».

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