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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2014 alle ore 23:14.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2014 alle ore 12:26.

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La Camera conferma la fiducia al governo sul dl competitività con 352 voti a favore, 193 contrari e 7 astenuti. L'esame del provvedimento - che contiene norme che vanno dal settore agricolo alla tutela ambientale e all'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, per finire con il rilancio delle imprese e il contenimento dei costi delle tariffe elettriche - riprenderà domattina con le votazioni sui 181 ordini del giorno. In giornata è previsto il via libera dell'aula di Montecitorio. Il testo, che scade il 23 agosto, dovrà poi tornare al Senato per la terza lettura.

Il gruppo di Forza Italia ha già annunciato che voterà no. «Il decreto è palesemente incostituzionale», ha detto il capogruppo Renato Brunetta, perché «è un decreto omnibus che contiene di tutto e di più», violando sia la giurisprudenza della Consulta sia i richiami del capo dello Stato a mettere fine alla pratica costante dei decreti non omogenei.

Domani l'esame degli ordini del giorno
La conferenza dei capigruppo nel pomeriggio ha deciso che domattina alle 8 comincerà l'esame dei 181 ordini del giorno presentati, quasi tutti del M5S. Poi in giornata è atteso il sì finale per trasmettere il testo a Palazzo Madama. La capigruppo non ha però trovato un'intesa sul calendario dei lavori da qui alla fine della settimana: restano da esaminare prima della pausa estiva il decreto Pa, trasmesso oggi dal Senato, oltre al ddl rendiconto e assestamento del bilancio. E va inserita l'informativa del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (prevista per oggi ma sospesa per la contrarietà dei Cinque Stelle a una nuova deroga al regolamento) e un'informativa sull'alluvione nel trevigiano.

Le ultime modifiche apportate ieri
La fiducia sul dl competitività era stata chiesta ieri in Aula dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Il testo è quello licenziato dalle commissioni Industria e Ambiente, che hanno dato il via libera a tre modifiche al decreto, tornato poi in Aula. Due correzioni recepiscono le osservazioni della commissione Bilancio e della Ragioneria dello Stato (soppressione della norma sulla rendita catastale degli immobili con impianti fotovoltaici e subordinazione all'ok dell'Ue per l'aliquota dei titoli emessi da Cdp). C'è poi una correzione sullo spalma incentivi (un chiarimento ai tre scaglioni).

Le novità introdotte in commissione
Le commissioni, venerdì scorso, avevano dato il via libera al pacchetto di 14 emendamenti soppressivi presentati dal Governo, relativi alle norme che erano state introdotte in prima lettura. È stato dunque cassato il finanziamento di 535 milioni a Poste Italiane (consentendo il ritorno di 410 milioni alla dotazione riservata ai pagamenti dei debiti della Pa), la deroga al rispetto del tetto degli stipendi dei manager pubblici e la semplificazione basata sulla sola Scia per l'avvio dell'attività di impresa. È stata inoltre cancellata, come richiesto dalla commissione Finanze, la norma che consentiva alla Consob di procedere ad assunzioni per chiamata diretta.

Il sottosegretario De Vincenti: «Aiuti alle regioni con rigassificatori»
I deputati leghisti hanno aspramente criticato la mancata soppressione dell'emendamento al decreto «che ha cancellato con un colpo di penna - come aveva denunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia - il "risarcimento" al Polesine per la costruzione del rigassificatore di Porto Viro, consistente in sgravi fiscali sui carburanti». «Il governo si impegni per il ripristino del fondo o la Lega occuperà l'Aula a oltranza», ha minacciato il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Fedriga. E il sottosegretario alle Attività produttive, Mauro De Vincenti, ha aperto raffreddando gli animi: «Il Governo intende raccogliere la sollecitazione della Lega e si impegna a individuare in un provvedimento da adottare entro fine anno un meccanismo agevolativo per le Regioni che ospitano nel loro territorio i rigassificatori e che assicuri un analogo impatto finanziario» a quello eliminato dal dl competitività.

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