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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 08:48.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2014 alle ore 12:41.
Silvio Berlusconi ha varcato la soglia di Palazzo Chigi di buon mattino per il quarto incontro con il premier Matteo Renzi sul patto del Nazareno e ne è uscito quasi tre ore dopo. «Incontro positivo», ha commentato il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini. «Confermato il cammino delle riforme, un passo avanti importante». «Dentro l'impianto della legge elettorale già stabilito - ha aggiunto - continuiamo a lavorare con la possibilità di portare alcune modifiche». Che però «devono essere fatte con l'accordo di tutti i contraenti». E lo scoglio maggiore restano le preferenze. «Ci andrei molto cauto», ha detto Guerini. «C'è la disponibilità a confrontarci, vediamo il confronto nelle prossime settimane come si svilupperà».
Incassata dal Governo la volata di Palazzo Madama sulla riforma del Senato e del Titolo V, che dovrebbe ottenere il primo sì dall'Aula già domani, al centro dell'incontro sono state dunque le modifiche all'Italicum. Obiettivo: cambiare la legge elettorale già approvata dalla Camera e in procinto, da settembre, di essere esaminata dalla commissione Affari costituzionali del Senato. Toccherà al presidente del Consiglio trovare la quadratura del cerchio, districandosi tra la posizione di Forza Italia e i desiderata dei piccoli partiti, a cominciare dall'alleato di governo Ncd.
Aumenta la soglia sotto cui scatta il ballottaggio
Al colloquio tra Renzi e Berlusconi hanno partecipato anche coloro che in questi giorni hanno lavorato dietro le quinte: per i dem Guerini, appunto, e Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio; per Fi Denis Verdini e Gianni Letta. Sulle soglie per accedere al premio di maggioranza «mi pare che ci siano le condizioni per arrivare a una convergenza così come per le soglie più basse», ha confermato Guerini. Sarebbe quindi passato l'innalzamento dal 37 al 40% della soglia al di sotto della quale scatta il ballottaggio. Con lo scatto del premio di maggioranza soltanto a chi supera la soglia al primo turno. Passi avanti anche sulle soglie di sbarramento, oggi al 4,5% per i partiti coalizzati e all'8% per quelli non coalizzati. Il Governo si era detto disponibile ad abbassarla al 4%, anche se il numero uno di Ncd, Angelino Alfano, chiede un'unica soglia del 3% anche per i partiti non coalizzati.
Preferenze e sbarramenti i nodi più spinosi
Sul resto, nonostante l'ottimismo e la fretta del premier, l'intenzione del leader degli azzurri sembra quella di prendere ancora tempo. Soprattutto sulle preferenze, mai amate dal Cavaliere e invece punto d'onore per i piccoli partiti. Tanto che nel Pd sale la tentazione di tornare ai collegi uninominali. «Ripeto a Matteo Renzi che il ritorno al "mattarellum" è nel Dna del Pd», twittava stamattina il deputato dem Roberto Giachetti. «Con un tempismo sospetto se lo è ricordato pure Cuperlo».
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