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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2014 alle ore 06:37.

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ROMA
Come ha funzionato l'applicazione del nuovo articolo 18 dello Statuto dei lavoratori in vigore da un paio d'anni (la legge 92 è del 12 luglio del 2012)? Che risultati hanno dato le sentenze di primo e secondo grado sui licenziamenti dopo che è stato ridotto lo spazio d'applicazione della reintegra sul posto di lavoro introducendo come regola generale quella del pagamento di un'indennità risarcitoria? Lontano dal fuoco del confronto politico, al ministero del Lavoro è su questi quesiti che si sta ragionando. Il sottosegretario Teresa Bellanova, cui il ministro Giuliano Poletti ha affidato il compito di seguire l'iter parlamentare del ddl delega, ha chiesto ai tecnici di mettere a punto per fine agosto un monitoraggio sull'applicazione delle nuove regole e del cosiddetto "rito Fornero". Capire come sta andando la giurisdizione è considerato un passaggio dirimente per il Governo. Anche se, fanno sapere fonti vicine al dossier, la casistica non è ancora molto significativa.
Ieri il presidente del Consiglio ha rotto il silenzio sul tema. Nel corso della trasmissione Millennium, su Rai Tre, ha chiuso così il cerchio delle dichiarazioni degli ultimi giorni: «Si è fatto un ddl delega che si sta discutendo in Parlamento» ha detto Matteo Renzi. Che poi s'è chiesto: «È giusto o no riscrivere lo Statuto dei lavoratori?». Scontata la risposta: «Sì, lo riscriviamo. E riscrivendolo pensiamo alla ragazza di 25 anni che non può aspettare un bambino perché non ha le garanzie minime, non parliamo solo dell'articolo 18 che riguarda una discussione tra destra e sinistra». Renzi ha sempre detto in passato che il suo obiettivo vero è quello di arrivare a un nuovo Codice semplificato delle regole sul lavoro. In cui c'è anche una riscrittura dell'attuale versione dell'articolo 18 (il cui testo consta di oltre tremila parole!). Ma c'è molto altro ancora. Lo ha ripetuto in diverse occasioni anche in sede europea ed era scontato che non avrebbe mai fatto marcia indietro ora. Fatto il Dl Poletti «che ha consentito di creare 108mila nuovi assunti, come certifica l'Istat», adesso si lavorerà alla delega, ha ribadito il premier. Cui risponde subito Maurizio Sacconi (Ncd): «Noi chiediamo che si faccia un nuovo testo unico che semplifichi in particolare il contratto a tempo indeterminato rendendolo più conveniente per i datori di lavoro con particolare riguardo alla flessibilità delle mansioni ed alla certezza delle conseguenze della cessazione del rapporto di fiducia. Se ne deve parlare ora, quindi, per poter decidere tra poco quando a fine mese faremo lo Sblocca Italia e riprenderemo l'esame della delega lavoro».

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