Tecnologie InnovazioneUber vietata a Berlino, «passeggeri non assicurati». Ma il servizio prosegue
Uber vietata a Berlino, «passeggeri non assicurati». Ma il servizio prosegue
14 agosto 2014
Non sono finiti i problemi per Uber, piattaforma che in oltre 40 Paesi fornisce un servizio di trasporto privato con prenotazione via smartphone, alle prese con le legislazioni locali e le reazioni dei taxisti di mezza Europa, da Londra a Parigi, da Barcellona a Milano. L'ultima polemica è quella esplosa a Berlino, dove le autorità hanno vietato il servizio pena severe sanzioni: 25mila euro per l'autista colto in flagrante.
Secondo il Senato di Berlino, contrariamente a quanto sostenuto dalla società californiana, i passeggeri non sono adeguatamente assicurati. Per questo l'organo esecutivo della città-stato e capitale della Germania ha vietato l'uso dell'app sempre più usata per prenotare (e pagare con carta di credito, nessuna transazione in auto) anziché un comune taxi una lussosa berlina con autista. Quelli di Uber, tuttavia, come già in situazioni analoghe, non si arrendono e intendono sfidare il divieto, scrive Bloomberg. «Il servizio prosegue - ha commentato Fabien Nestmann, uno dei portavoce della società statunitense - . Ma certamente non condividiamo questa decisione e crediamo che il divieto rappresenti un tipo di approccio sbagliato».
Secondo il Senato berlinese, invece, «la protezione dei passeggeri è la priorità», ma alla base della decisione c'è anche «l'idea di proteggere il business dei taxi (a Berlino ne circolano 7.800, ndr)». A conferma del fatto che Uber va a toccare interessi consolidati di una categoria, quella dei tassisti, che si vede minacciata dall'arrivo di un player globale.
Il modello di business di Uber, infatti, offre a chiunque (è prevista una forma di selezione) un'opportunità di lavoro - con molte variabili riguardo alla remunerazione - e finisce per mettere a repentaglio un sistema normato ma corporativo con licenze costose (attorno ai 200mila euro) che i tassisti vendono a fine "carriera", garantendosi di fatto una liquidazione. Tra le molte grandi città europee in cui la piattaforma americana ha iniziato a operare solo Londra per adesso ha reso legale il nuovo servizio.
Uber basa la sua forza sui fondi garantiti da grandi investitori come Google o Goldman Sachs, che credono nelle potenzialità di crescita dell'azienda. In giugno Uber ha raccolto circa 1,2 miliardi di dollari e viene valutata attorno ai 18 miliardi. Il nuovo fronte che si apre in Germania non sembra basti a cambiare i piani di espansione. Uber si trova già, oltre che a Berlino, anche ad Amburgo, Francofort, Monaco e Düsseldorf. E in programma ci sono aperture a Colonia e Stoccarda. (Al.An.)