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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2014 alle ore 14:30.
L'ultima modifica è del 17 agosto 2014 alle ore 20:56.

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Il ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimko ha chiesto aiuto militare a Unione Europea e Nato per combattere i ribelli filorussi nella parte orientale del paese. Tale aiuto, ha detto Klimko in un'intervista alla radio tedesca Deutschlandfunk, faciliterebbe l'azione sul terreno dell'esercito ucraino. Secondo il capo della diplomazia di Kiev, il rischio di una incursione russa è più forte che mai, mentre armi e combattenti russi continuano ad attraversare la frontiera. Le sue dichiarazioni sono giunte a poche ore dall'incontro che riunirà oggi a Berlino i ministri degli Esteri di Ucraina, Russia, Germania e Francia. L'obiettivo dell'incontro, ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier, è muoversi verso «un cessate il fuoco sostenibile» ed «effettive pattuglie di confine».

Mosca smentisce l'invio di rinforzi ai ribelli
La Russia smentisce di aver inviato in Ucraina rinforzi militari come aveva annunciato ieri il nuovo premier dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko. «Lo abbiamo ribadito più volte: non abbiamo spedito nessuna fornitura militare», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.

I nazionalisti minacciano una marcia su Kiev
Se non «sarà fatto ordine immediatamente» nel ministero dell'Interno ucraino che accoglie «forze revansciste», i paramilitari nazionalisti di "Pravi Sektor" si ritireranno dai combattimenti contro i separatisti a est e lanceranno una «campagna a Kiev». Così il loro leader Dmitro Iarosh in una lettera al presidente Petro Poroshenko.

Riconquistata Lugansk
L'esercito ucraino è entrato a Lugansk, roccaforte dei ribelli nell'est dell'Ucraina, e ha preso il controllo di una stazione di polizia nella periferia nordorientale della città. Lo ha riferito un portavoce della sicurezza. La stazione di polizia, ha aggiunto Andriy Lisenko, si trova nel quartiere Zhovtnevy e «sull'edificio è stata issata la bandiera ucraina». Un aereo da caccia MiG-29 dell'esercito ucraino è stato abbattuto in mattinata dai separatisti filo-russi nella regione di Lugansk (Ucraina orientale): lo ha reso noto un portavoce militare ucraino. Il pilota si è salvato.

Il convoglio umanitario russo
Kiev e Mosca ieri hanno raggiunto un primo accordo sulla preparazione del convoglio umanitario russo diretto nell'est della Repubblica ex sovietica. Lo riferisce la Croce Rossa. «I due governi», ha detto Pascal Cuttat, rappresentante dell'organizzazione, «hanno trovato un'intesa su come procedere nella preparazione del convoglio e nell'ispezione del suo contenuto». Era stata la stessa Croce Rossa ad avvertire le parti che non avrebbe posto sotto la propria egida il convoglio finché Mosca e Kiev non avessero trovato un'intesa.

L'accordo sulle «questioni tecniche» è stato preso dai rappresentanti della Croce rossa e delle guardie di frontiera di Russia e Ucraina «dopo tante ore di discussione». Manca però ancora il permesso del governo ucraino per l'ingresso del convoglio e deve ancora essere risolta la questione della sicurezza degli addetti della Croce rossa durante la permanenza nell'Ucraina orientale, teatro da aprile di una sanguinosa guerra tra le truppe di Kiev e i miliziani filorussi.

I filorussi: in arrivo i rinforzi
Il nuovo premier dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, ha annunciato che sono in arrivo rinforzi per i miliziani filorussi: 150 mezzi blindati, tra cui 30 carri armati, e 1.200 uomini addestrati per quattro mesi in Russia. Ieri Kiev ha accusato Mosca di aver inviato una colonna militare in Ucraina. Ma la Russia nega.

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