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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2014 alle ore 19:09.
L'ultima modifica è del 14 agosto 2014 alle ore 19:16.

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Vladimir Putin (Ap)Vladimir Putin (Ap)

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia non deve «tagliarsi fuori dal resto del mondo», proprio mentre le relazioni con l'Occidente sono al punto più basso dalla guerra fredda. «Dobbiamo lavorare allo sviluppo del nostro Paese con calma, con dignità, senza tagliarlo fuori da resto del mondo, senza rompere i legami con i nostri partner, ma senza peraltro permettere che ci si comporti sdegnosamente nei nostro confronti», ha detto il capo del Cremlino all'atteso incontro con i deputati e i rappresentanti del governo russo riuniti in formato speciale a Yalta, nella penisola ucraina della Crimea annessa a marzo. Putin è arrivato con circa 4 ore di ritardo.

Il convoglio «umanitario» russo in avvicinamento
Il convoglio di 280 camion di aiuti umanitari inviati da Mosca verso l'Ucraina orientale si è fermato in un campo vicino alla città russa di Kamensk-Shakhtinsky, ad una cinquantina di chilometri dal posto di confine di Izvarino. La Croce Rossa internazionale ha fatto sapere che si è verificato un primo contatto per vericare che i camion trasportino davvero circa 2.000 tonnellate di cereali, zucchero, alimenti per i bambini, medicine, sacchi a pelo e generatori elettrici.

Il valico di Izvarino è nelle mani dei separatisti filorussi che controllano anche gran parte della strada per Luhansk, dove sono in corso combattimenti con le forze di Kiev. «L'Ucraina non ha chiesto aiuti alla Russia. Ha chiesto a Mosca di portar via i suoi terroristi e mercenari, di non sostenere più i combattenti e di riconoscere la sovranità ucraina», ha affermato Iryna Herashchenko, una collaboratrice del presidente ucraino Petro Poroshenko. L'Ucraina, ha aggiunto, ha mandato oggi un proprio convoglio di aiuti alimentari verso la regione di Luhansk, composto da 61 veicoli carichi di 773 tonnellate di cibo.

Luhansk sotto le bombe, interamente circondata
A Luhansk, baluardo dei ribelli filorussi nell'est dell'Ucraina, da 12 giorni oltre 200mila persone vivono senza acqua ed elettricità. Le autorità hanno riferito di ingenti vittime tra i civili a causa dei bombardamenti di ieri. In 24 ore di martellamento da parte dell'artiglieria dell'esercito di Kiev sono stati uccisi 22 civili. Lo ha detto all'Afp un rappresentante dell'amministrazione regionale. «È stato un attacco a colpi di mortaio nei quartieri all'est della città. Un bus, un magazzino e molti immobili sono stati colpiti» ha detto il responsabile che ha voluto restare anonimo. In serata il portavoce del Consiglio di sicurezza ucraino, Andrii Lisenko, ha fatto sapere che l'esercito ucraino circonda completamente la roccaforte separatista, e ha ripreso il controllo della strada che connette la città alla frontiera russa riconquistando il villaggio di Novosvitlivka.

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