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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2014 alle ore 10:36.
L'ultima modifica è del 21 agosto 2014 alle ore 13:17.

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La foto combo ritrae da sinistra in alto, in senso orario, il capitano pilota Alessandro Dotto, il capitano navigatore Paolo Piero Franzese, il capitano navigatore Giuseppe Palminteri e il capitano pilota Mariangela Valentini (Ansa)La foto combo ritrae da sinistra in alto, in senso orario, il capitano pilota Alessandro Dotto, il capitano navigatore Paolo Piero Franzese, il capitano navigatore Giuseppe Palminteri e il capitano pilota Mariangela Valentini (Ansa)

Pezzi dei Tornado vicino alle case
Che poteva trattarsi di una catastrofe lo si era capito fin da subito, ma solo ieri, nel capillare lavoro di ricerca dei corpi dei quattro piloti del due Tornado caduti ieri sulle colline dell'Ascolano, si è compreso appieno il pericolo corso dai civili. Numerose parti dei due caccia, infatti, sono cadute a ridosso di abitazioni, una ha distrutto un'auto. Per fortuna la zona non è densamente popolata, e anche le case sono sparse, ma l'esplosione ha fatto ricadere i pezzi di aereo in un'area molto vasta anche vicino ai centri abitati. Il bilancio è solo di un grande spavento, ma non vi sono feriti.

I nomi dei piloti
Si tratta del capitano Alessandro Dotto e del capitano Giuseppe Palminteri, rispettivamente pilota e navigatore del primo velivolo, e del capitano Mariangela Valentini e del capitano Paolo Piero Franzese, pilota e navigatore del secondo velivolo.

La commissione d'inchiesta
Prosegue, nel frattempo, l'azione della commissione d'inchiesta nominata dalla Forza Armata per fare luce sull'accaduto. Già nel pomeriggio di ieri un team di esperti della Sicurezza del Volo aveva raggiunto il luogo dell'incidente per i primi rilievi ed i coordinamenti con le forze di intervento coinvolte. I due Tornado erano decollati ieri dalla base stanziale del 6° Stormo di Ghedi, in provincia di Brescia, per una missione addestrativa pianificata ed approvata secondo le regole del volo, propedeutica ad un'esercitazione Nato in programma nel prossimo autunno.

Procura Ascoli apre inchiesta per disastro aereo colposo
Fonti della Procura di Ascoli Piceno confermano l'apertura di un'inchiesta per l'ipotesi di reato di disastro aereo colposo. Il procuratore capo Michele Renzo l'ha affidata al sostituto Umberto Monti, che l'altra notte ha tenuto una riunione in Procura con tutti i soggetti impegnati nelle operazioni di ricerca dei piloti scomparsi. Un summit servito anche per stabilire con chiarezza che la competenza sulle operazioni di ricerca e sulle indagini è della magistratura ascolana, che avrà il supporto e l'ausilio di tutte le forze impegnate sul campo, comprese quelle militari. Già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti.

Generale aviazione: imprevisto può sempre accadere
I mezzi attuali sono più sicuri rispetto al passato, ma «sono voli condotti sempre molto vicini ai limiti della tecnologia e delle prestazioni umane. Sono attività molto vicine al massimo di quello che l'uomo può dare. E succede che qualcosa non funzioni, che sia la macchina o che sia il pilota». Così il generale Vincenzo Camporini, attuale vice presidente dell'Istituto Affari Internazionali e già capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e della Difesa, in un' intervista a Repubblica commenta l'incidente tra due Tornado nelle Marche. Assicura l'esperienza dei piloti che salgono su aerei di quel tipo: è previsto, dice il generale, «un programma addestrativo che ha uno standard molto alto». E al giornalista che gli chiede se fosse normale che i due mezzi volassero così vicino risponde: «Certo. Sono manovre che si fanno durante l'addestramento per proteggersi vicendevolmente».

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