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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2014 alle ore 13:19.
L'ultima modifica è del 20 agosto 2014 alle ore 19:11.

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Le commissioni Esteri e Difesa del Senato hanno approvato la risoluzione di maggioranza che sostiene il governo nell'invio di aiuti militari ai curdi nell'ambito della crisi in Iraq. Il via libera è giunto con 27 voti favorevoli; 4 i contrari (Sel e M5S). A seguire, anche i deputati delle commissioni Esteri e Difesa della Camera hanno votato a favore della risoluzione di maggioranza che dà il via libera all'invio di armi ai curdi iracheni con 56, sì e 13 no. Armi leggere, compresi razzianticarro, e munizioni, arriveranno nei prossimi giorni ai curdi che combattono contro gli jahdisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq, in raccordo con il governo di Baghdad.

Pinotti: Italia pronta a fornire armi leggere
In mattinata il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in un'informativa alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato (mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi è in visita lampo a Baghdad e ad Erbil) ha chiesto il via libera all'operazione. «L'Italia è pronta a fornire ai peshmerga curdi in lotta contro i fondamentalisti islamici dell'Is «armi automatiche leggere e relativo munizionamento», ha detto Pinotti, aggiungendo: «In Iraq è in corso una gravissima crisi umanitaria e una compromissione della sicurezza regionale» e l'Italia «non è sola nella difesa di popolazione inermi perché già altri Paesi europei come Francia, Gran Bretagna e Germania si sono attivati.

Mogherini: dovere morale proteggere i civili
«Quello che sta accadendo in Iraq è straordinario per gravità. L'esercito islamico è una minaccia per l'Ue e per il mondo. È a rischio la vita di civili, cristiani, yazidi, musulmani: è un dovere politico, ma soprattutto morale, rispondere a un dramma umanitario», ha puntualizzato invece il ministro degli Esteri Federica Mogherini nell'informativa in Parlamento sulla situazione nel Paese. Mogherini ha ribadito «l'urgenza della nostra azione e della nostra decisione» in merito al sostegno ai curdi in Iraq. E ha ricordato che «sono a rischio anche la stabilità di un'area strategica e il principio della convivenza pacifica di minoranze etniche e religiose sullo stesso territorio».

«Is è minaccia anche per Europa e Italia
»Gli aiuti militari all'Iraq sono «indispensabili nell'immediato anche se difficilmente rappresentano a lungo termine la soluzione di questa crisi», ha detto Mogherini, nel corso dell'audizione. Per rispondere alla richiesta di aiuto del Kurdistan iracheno ci siamo «impegnati a costruire una cornice internazionale a partire da quella europea» e con i principali attori della regione, ha spiegato Mogherini, citando anche «contatti con il Vaticano molto frequenti» e al contatto costante con paesi «che hanno una chiara e diretta influenza sull'Iraq» dal «ministro degli Esteri iraniano a quello turco, emiratino, giordano». Mogherini ha fatto riferimento al consiglio europeo straordinario dello scorso 15 agosto, che ha accolto «con favore» la decisione di alcuni stati membri (tra cui Francia e Gran Bretagna) di fornire armi ai curdi iracheni, che combattono i jiahdisti sunniti dello Stato Islamico (Isis), che rappresentano un «pericolo letale» non solo in Iraq e Siria dove operano , ma «anche per l'Europa e l'Italia».

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