Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2014 alle ore 12:51.
L'ultima modifica è del 20 agosto 2014 alle ore 20:15.

My24
Matteo Renzi durante la visita al campo profughi ad Erbil (Ansa)Matteo Renzi durante la visita al campo profughi ad Erbil (Ansa)

«L'Europa non è solo spread e vincoli. È nata per difendere una certa idea di mondo e di dignità dell'uomo. Ecco perché siamo qui oggi a Erbil». Così Matteo Renzi in un tweet inviato dall'aereo di Stato all'atterraggio nell'aeroporto di Erbil, seconda tappa della sua visita in Iraq. Nell'incontro con il governatore curdo Massoud Barzani il premier italiano, nella sua veste anche di presidente di tirno dell'Ue, ha preso un impegno preciso: «Nella battaglia contro il terrorismo l'Europa sa bene da che parte stare, come ha dimostrato nel recente consiglio Affari Esteri a Bruxelles. Quindi questa battaglia noi la vinceremo, voi la vincerete». Lo ha fatto mentre le commissioni di Camera e Senatoin Italia davano il via libera all'invio di armi ai curdi. E prima di ripartire per l'Italia ha dichiarato: «Ciò che succede in alcune zone dell'Iraq e della Siria è uguale ad un genocidio: donne divisi dagli uomini, bambini fucilati, giornalisti decapitati. L'Europa può permettersi tutto tranne il silenzio».

Al Maliki: Renzi garantisce supervisioni Baghdad su armi
In mattinata a Baghdad il premier italiano ha incontrato il premier uscente dell'Iraq Nouri Al Maliki. A lui quale, nella veste di presidente di turno dell'Ue, ha detto che «l'Europa in questi giorni deve essere in Iraq altrimenti non è Europa». Renzi ha espresso amicizia e vicinanza sia dell'Italia sia dell'Europa verso l'Iraq facendo presente che oggi, sè arrivato il sesto e ultimi aereo con aiuti umanitari. E ha evidenziato che l'integrità della regione e dell'Iraq è fondamentale per la stabilità dell'intera area. E il premier iracheno uscente ha avuto da Renzi assicurazioni sull'impegno dell'Italia a rispettare «la sovranità irachena» e a far sì che «il governo centrale sovrintenda agli aiuti, particolarmente le forniture di armi», comprese dunque quelle per i curdi. Lo si legge in una nota diffusa dall'ufficio di Al Maliki.

Renzi: Europa non volta le spalle
Nell'incontro con il premier iracheno incaricato Haider Al Abadi Renzi ha invece sottolineato che serve «una strategia chiara per uscire dalla situazione di violenza in Iraq». Il premier italiano ha evidenziato anche l'opportunità costituita dal nuovo governo guidato da al-Abadi (che, nelle parole del primo ministro incaricato sarà di grande coalizione). Tra Renzi e al-Abadi si è svolta poi una conversazione molto concentrata sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all'assassinio del giornalista americano Foley. A margine dell'incontro Renzi ha aggiunto: «Se qualcuno pensasse che davanti ai massacri in Iraq l'Europa volta le spalle e pensa solo allo spread ha sbagliato previsione oppure ha sbagliato semestre».

Al Abadi a Renzi: Ue ci aiuti contro terroristi
Al Abadi ha chiesto a Renzi l'aiuto della Ue «contro i terroristi», e il presidente del Consiglio italiano lo ha rassicurato sul fatto che l'Europa «non volterà le spalle di fronte ai massacri in Iraq». L'Iraq spera di avere «le migliori relazioni» in particolare «con i Paesi dell'Unione europea» e «spera che questi Paesi lo aiuteranno nella sua guerra contro le bande terroriste» ha detto al Abadi, che ha parlato anche delle minoranze perseguitate dallo Stato islamico (Isis), tra cui cristiani e Yazidi. «Seguiamo quotidianamente la loro situazione per andare incontro ai loro bisogni - ha detto il premier incaricato - e la comunità internazionale deve aiutarci in questo».

Renzi: qui in atto genocidio
«Avevo 20 anni la comunità internazionale rimase zitta e ferma davanti al genocidio di Srebrenica. Molti della mia generazione giurarono "mai più". Ora la situazione è diversa ma ciò che succede in alcune zone dell'Iraq e della Siria è uguale ad un genocidio: donne divisi dagli uomini, bambini fucilati, giornalisti decapitati». Così Matteo Renzi prima di lasciare Ebril e di ripartire per l'Italia. E ha aggiunto: «L'Europa può permettersi tutto tranne il silenzio perchè la battaglia qui è nel cuore dell'Europa».

La visita lampo del presidente del Consiglo in Iraq è iniziata stamattina a Baghdad. Nel pomeriggio lo spostamento ad Erbil. In serata il rientro a Roma. Il presidente del Consiglio italiano, oltre al premier uscente Nouri al Maliki e al premier incaricato Haider al Abbadi A Erbil, ha incontrato a Baghdad anche il presidente iracheno Fouad Masoum, di etnia curda. Nel Kurdistan iracheno, dove nei giorni sono arrivati i primi voli umanitari del governo italiano, ha visto Massud Barzani, presidente della regione autonoma.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi