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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2014 alle ore 20:31.
L'ultima modifica è del 21 agosto 2014 alle ore 20:40.

Il rafforzamento del dollaro nei confronti dell'euro continua a indebolire la valuta europea. Ma questo dato rappresenta una buona notizia soprattutto per gli imprenditori italiani: quando l'euro si rivaluta perdiamo export (12 miliardi nominali se il balzo è del 10%) e Pil (mezzo punto in meno il primo anno a fronte di una crescita dell'8%). Ora ci troviamo nello scenario opposto, allontanandoci da quella quota di 1,40 che per molti imprenditori rappresenta la soglia di guardia oltre la quale la competitività delle merci italiane è messa seriamente a rischio. Sul Sole 24 Ore gli effetti per l'economia del calo della valuta europea.

Nuove chance per il legno con l'edilizia scolastica
Un settore in costante crescita. La tredicesima tappa dell'inchiesta Manifattura al bivio – il viaggio tra le imprese italiane che vogliono uscire dalla crisi pubblicato quotidianamente sulle pagine di Impresa & Territori – vede al centro la filiera del legno e dei prodotti in legno per l'edilizia. Una filiera che comprende al suo interno diversi settori, che stanno affrontando la recessione in modo diverso. Una nicchia felice è il mondo delle costruzioni in legno, in costante crescita in tutto il Paese anche in seguito ai tristi avvenimenti sismici che negli anni passati hanno colpito l'Aquila e l'Emilia. E che nuova linfa potrebbe trarre ora dalla politica di incentivi all'edilizia scolastica promessa dal governo Renzi, che prevede oltre un miliardo di investimenti per la riqualificazione delle scuole nel prossimo biennio. E se l'intera filiera del legno edilizia-arredo ha visto nel 2013 contrarsi il fatturato del 4,4%, i segnali di ripresa non mancano, ma resta per tutti gli anelli della catena il grave problema della reperibilità del materiale: nonostante la vastità della superficie boschiva sul territorio italiano, il nostro Paese è infatti costretto a importare legname dall'estero, a causa di leggi e vincoli che limitano lo sfruttamento dei boschi. Con grave danno per i produttori, visti anche i costi in aumento della materia prima.

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