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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2014 alle ore 16:54.
L'ultima modifica è del 23 agosto 2014 alle ore 11:42.

«Non saranno queste le innovazioni che faranno crescere il Pil». A dirlo è il direttore del dipartimento Istat per i conti nazionali, Roberto Monducci, intervistato su Rainews24, difende l'ipotesi di inserire alcune attività illegali nel conteggio del Prodotto interno lordo, in linea con le nuove metodologie stabilite dall'Ue: «Ci si aspetta un impatto limitato». Tra i molti cui l'idea non piace anche l'associazione magistrati, che mette in guardia dall'inclusione del Pil criminale, e chiede un passo indietro all'Istituto di statistica.

Impatto stimato tra l'i e il 2% sul livello del Pil
«Le linee guida di Eurostat - spiega Monducci - contengono indicazioni molto chiare su come calcolare questi aggregati». E, ribadisce, «i risultati sono abbastanza limitati». Dall'insieme delle novità che entreranno in vigore a settembre con il nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali (il cosiddetto Sec 2010, in sostituzione del Sec 95) si attende un impatto «tra l'1 e il 2%» sul livello del Prodotto interno lordo. Il nuovo sistema, definito nel Regolamento Ue n. 549/2013 pubblicato il 26 giugno 2013, è il risultato di una stretta collaborazione fra l'Ufficio statistico della Commissione (Eurostat) e i contabili nazionali degli Stati membri.

Carbone (Anm): ipocrita la tesi di un obbligo Ue
Per il segretario dell'Anm Maurizio Carbone «Riconoscere e legittimare una simile mostruosità sarebbe un messaggio estremamente negativo per il Paese». Ospite a KlausCondicio, Carbone sottolinea come mafia, camorra e 'ndrangheta «ringrazierebbero» una statistica del Pil nazionale che tenesse conto dei i proventi derivati dal commercio di droga e prostituzione, e delle ricchezze gestite dalla cosche. «Lo Stato - precisa Carbone - non può dire da un lato che la mafia distrugge l'economia, e dall'altro riconoscerne i presunti proventi come meritevoli di dare un contributo alla ricchezza del Paese. Che messaggio diamo ai ragazzi? Dire, come fa Giovannini, che ce lo indica l'Eurostat, è ipocrita: significa ignorare che l'Italia non è la Svezia o la Danimarca, dove il giro criminale è relativo».

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