Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 11:17.
L'ultima modifica è del 25 agosto 2014 alle ore 11:48.

My24
(Immagine tratta da www.valledisole.it - www.raftingcenter.it)(Immagine tratta da www.valledisole.it - www.raftingcenter.it)

Nell'anno nero del calcio italiano, lo sport più popolare non riesce a essere decisivo nemmeno per assegnare l'alloro della provincia più sportiva. Sul podio – oltre a Genova, che al football continua a dovere molto – salgono infatti Trento, che si riprende la corona, e la novità Macerata, piazzata terza: due aree che hanno un gran numero di eccellenze, ma proprio in fatto di calcio risultano deficitarie. Un caso? Magari sì, anche se è vero che in località di provincia gli altri sport faticano meno a trovare attenzione, sbocchi, praticanti e sostenitori.

Tutti i risultati dell'indagine

Intanto c'è da celebrare la riscossa trentina: siamo a tre affermazioni in otto anni, con una stabilità in alto non condizionata dai cambi dei parametri e della metodologia adottata dal Gruppo Clas per mettere a fuoco l'Indice di sportività delle province italiane. Trento, già premiata dalla statistica nell'edizione di apertura, quella del 2007, e nel 2011, si impone nettamente, per distacco, finendo prima anche in due delle tre graduatorie intermedie (sport individuali, sport e società) e aggiudicandosi una piazza nella top ten di 14 delle 32 classifiche "di base" prese in considerazione. Addirittura, in otto casi su 32 (il 25% del totale) si ritrova sul podio, con due ideali ori, quattro argenti e due bronzi: tra l'altro, è in testa per società di grandi sport individuali (ciclismo, atletica, nuoto, tennis) e per "sport e turismo", mentre è seconda nelle due classifiche, molto significative, dei tesserati.

Un testimonial d'eccezione come Francesco Moser, campione di ciclismo (su strada e su pista) negli anni 70 e 80, nonché assessore allo Sport e turismo della Provincia di Trento negli anni 90, sottolinea innanzitutto la predisposizione allo sport da parte dei residenti: «C'è tanta vita all'aria aperta e abbiamo una buona tradizione in parecchi sport. Vanno forte quelli della montagna, con molti atleti che finiscono anche nei gruppi sportivi militari, il ciclismo, la pallavolo. Poi ci sono piccoli paesi che si concentrano su specialità minori, il tamburello, l'hockey prato, e pure lì arrivano le soddisfazioni. Gli impianti sono numerosi (un ruolo importante è giocato dalla solidità economica assicurata dall'autonomia, ndr), anzi, a volte finiscono per non essere utilizzati del tutto. Ci sono piste ciclabili quasi in tutte le vallate, cosa che aiuta il turismo. E una quantità di manifestazioni sportive attira atleti dall'Italia e dall'estero». Vengono in mente le Universiadi invernali, organizzate a dicembre 2013. «Adesso poi – aggiunge scherzoso Moser, riferendosi alle cronache di questi giorni – abbiamo anche un nuovo sport. Sa come si chiama? Fuga dall'orso...».

Genova, detronizzata, può ben consolarsi con il secondo posto, legato all'affermazione negli sport di squadra, a 11 piazzamenti nella top ten e, così come Trento, a un numero di battute a vuoto ridotto praticamente al minimo (due su 32). In questo quadro è importante la presenza di due squadre di calcio in Serie A – e ora c'è anche l'Entella, di Chiavari, in Serie B –, ma evidentemente non ci si limita a questo. Marco Bollesan, indimenticato azzurro del rugby, dal "suo" Cus Genova arrivò alla Nazionale, di cui è stato giocatore, capitano, allenatore e manager. In più ha ricoperto la carica di consigliere comunale con delega allo Sport ai tempi del sindaco Pericu: «Sul territorio – dice – la passione non manca proprio, nei giovani, negli insegnanti di educazione fisica e nei tecnici. In questo modo si sopperisce anche a qualche carenza negli impianti. Il piazzamento all'avanguardia è una conseguenza logica, dovuta anche alle realtà della provincia. In particolare, Recco ha una squadra di rugby in Serie A e, soprattutto, continua a vincere scudetti su scudetti nella pallanuoto, che da noi è come il rugby nel Veneto».

Da uno sport di squadra all'altro, Macerata – medaglia di bronzo per sportività, sette volte fra le prime 10 – si gode il terzo scudetto maschile conquistato dalla Lube Volley. Campioni in carica, eppure costretti a spostarsi dal capoluogo a Civitanova per trovare un palazzetto (nuovo) con i requisiti per giocare in campionato e in Champions League. «Quello degli impianti – osserva Albino Massaccesi, a.d. della società marchigiana, da 22 anni in A con la stessa proprietà-sponsor – è effettivamente un aspetto da migliorare. A parte questo, mi sembra che finora Macerata sia stata un po' sottovalutata come realtà sportiva. Abbiamo sempre espresso un buon movimento in più discipline, per esempio nel softball e nella ginnastica. Le specialità di squadra (dove la provincia marchigiana primeggia per numero di club, ndr) vanno bene a partire dai settori giovanili, perché le società lavorano nella scuola. E nei centri piccoli, per le squadre di vertice che non siano di calcio, si lavora bene, perché la grande città è più dispersiva, è difficile trovare un pubblico che si affeziona e funziona da traino».
Per Massaccesi, ora, è arrivata anche l'elezione a presidente della Lega pallavolo di Serie A. Neanche a farlo apposta, in una sorta di circolo virtuoso, succede a Diego Mosna, presidente della Trentino Volley.

g.bagnasco@ilsole24ore.com

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi