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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 06:36.

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In affanno sono anche Trento (23,3% di lavoratori mancanti), Trieste (19,4%), Perugia (17,6%), Brescia (17,5%), Bologna (16,7%), Genova (16,3%) e Venezia (16,4%).
È da allarme anche la situazione degli uffici centrali, come lo stesso ministero della Giustizia, la Corte di Cassazione, la Direzione nazionale antimafia e il Tribunale delle acque: su 2.666 posti previsti in pianta organica ne restano vacanti 717, cioè quasi il 27 per cento.
La risposta del ministero
Puntare sui giovani e sulla valorizzazione di chi è già in servizio: sono questi gli obiettivi del ministero della Giustizia, che ha approntato un piano d'azione per ridurre – attraverso procedure di mobilità e primi reclutamenti: 71 nuovi amministrativi sono già stati inseriti negli organici a partire dallo scorso 15 luglio e si conta di "arruolarne" nei prossimi mesi altri 150 – le scoperture. A via Arenula sanno bene che la partita è fondamentale per consentire alla riforma della giustizia, che sarà presentata in Consiglio dei ministri venerdì, di poter funzionare. Così come sanno che, vista l'età media elevata (oltre i 50 anni) di chi già si trova in servizio, c'è bisogno soprattutto di personale giovane, meglio disposto verso le nuove tecnologie, essenziali per poter far andare a regime il processo telematico.
Presupposti che trovano d'accordo i sindacati, che però nutrono più di un dubbio sulla linea d'intervento del Governo. «Al momento è vaga e insufficiente – commenta Nicoletta Grieco, responsabile nazionale del settore giustizia della Cgil funzione pubblica – e con le assunzioni annunciate non ci si fa molto. Si dovrà arrivare a coprire almeno la metà degli attuali vuoti di organico. Lo si può fare attraverso una mobilità vigilata, perché diverse qualifiche del ministero non sono intercambiabili, e con un massiccio piano di assunzioni. Occorre, dunque, un serio investimento iniziale. A settembre vedremo il ministro Orlando e capiremo meglio se ci sono queste intenzioni».
Sulla stessa lunghezza d'onda la Cisl Fp: «Quelle illustrate sono misure inconsistenti ed estremamente generiche. In particolare, sulla questione della valorizzazione del personale il silenzio è assordante. Nulla si dice, infatti, sulle progressioni economiche e giuridiche, sull'incremento del salario accessorio, ridotto ai minimi termini, su una vera politica degli organici».
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IL CANTIERE
Il piano del Governo
È articolato in più punti il piano del Governo per far fronte alla scopertura delle cancellerie degli uffici giudiziari: razionalizzazione della pianta organica; mobilità interna; nuovo sistema di valutazione e premi; riqualificazione della dirigenza amministrativa; nuovi percorsi professionali per i dipendenti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e per quello della giustizia minorile; rivitalizzazione dei percorsi formativi; inserimento e potenziamento di professionalità specifiche, in particolare nel settore tecnico-informatico. L'obiettivo è, oltre a valorizzare chi è già in servizio, di poter reclutare giovani, da destinare anche all'ufficio per il processo (in fase di istituzione), che dovrebbe aprire la strada a una nuova cultura dell'organizzazione della giustizia

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