Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 10:20.
L'ultima modifica è del 27 agosto 2014 alle ore 08:10.

My24
AnsaAnsa

Gli ultimi giorni sono stati i peggiori di quest'anno per le persone che affrontano la traversata del Mediterraneo per raggiungere l'Europa: almeno tre navi si sono capovolte o sono affondate e si contano più di 300 vittime. Nel complesso, sono circa 1.900 le persone morte quest'anno in queste traversate, di cui 1.600 dall'inizio di giugno. Questa la stima dell'ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che parla di arrivi raddoppiati quest'anno rispetto al 2013. L'anno scorso erano stati circa 60.000 mentre nel 2014, fino a questo momento, sono stati circa 124.380.

Onu: Italia non sia lasciata sola, serve sforzo internazionale
Dall'Unhcr, oltre ai numeri è arrivato anche l'appello a un cambio di strategia, con un maggiore coinvolgimento dell'Ue. «L'operazione Mare Nostrum della Marina italiana ha consentito di salvare migliaia di vite», ma ora, «la drammatica situazione ai confini marittimi dell'Europa richiede un'azione europea urgente e concertata» ha detto Melissa Fleming, portavoce dell'Unhcr , parlando a Ginevra. Mentre il portavoce dell'Onu Stephane Dujarric ha ribadito che l'Italia non può esser lasciata sola a far fronte alla crisi dell'immigrazione («Non dovrebbe esser lasciato a un solo Paese il compito di far fronte al massiccio flusso di migranti») invocando uno «sforzo internazionale»

Il tavolo tecnico a Roma Viminale-Commissione Ue-Frontex
Si stringono i tempi intanto sul rafforzamento dell'intervento Ue in tema di immigrazione. Varie le ipotesi di riforma sul tavolo, da nuove forme di finanziamento a un cambio delle tipologie d'intervento, al coinvolgimento di navi di altri Paesi. Sono al centro, già oggi a Roma (negli uffici del Dipartimento immigrazione e polizia di frontiera del Ministero dell'Interno) di una riunione tecnica tra gli esperti del Viminale e i rappresentanti della Commissione Ue e della stessa agenzia Frontex (l'agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere degli Stati Ue, con sede a Varsavia). Sul tavolo anche l'analisi dei costi e delle unità che servirebbero per implementare la missione Frontex nel caso fosse valutato possibile un intervento più operativo dell'agenzia europea. La decisione politica sarà presa nell'incontro di domani tra il commissario agli affari interni Cecilia Malmstroem e il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Bruxelles, che si annuncia cruciale.

Verso un rafforzamento dell'impegno Ue
Obiettivo comune, come spiega il portavoce della commissaria agli affari interni Cecilia Malmstroem, «identificare le modalità con cui meglio assistere l'Italia», alle prese con l'emergenza sbarchi: solo tra venerdì e sabato quasi 4.000 migranti salvati dal mare; 113 mila dall'inizio di Mare Nostrum. L'operazione lanciata dall'ex premier Enrico Letta dopo la tragedia di Lampedusa nell'ottobre 2013, da intervento di emergenza ha assunto i caratteri di pattugliamento permanente con gravi inconvenienti. Innanzi tutto i costi. Come ha segnalato ieri al Meeting di Rimini lo stesso Capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, l'operazione costa attualmente 9 milioni di euro al mese per cinque unità impegnate ogni giorno nell'attività SAR (search and rescue): significa che fino adesso sono già stati spesi oltre 90 milioni, una cifra non più sostenibile a lungo.

Italia in cerca di una "exit strategy" da Mare Nostrum
Tutti sono consapevoli che serve fare bene e subito. Per l'Italia al tavolo odierno è presente il direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, che recentemente ha insistito sulla necessità di una "exit strategy da Mare Nostrum" che, oltre al problema di costi, ha fatto aumentare le partenze verso l'Italia. Non a caso la posizione ufficiale del governo, ribadita a gran voce dal ministro dell'Interno Angelino Alfano è che Frontex sostituisca l'operazione Mare Nostrum. Una richiesta rilanciata ieri anche dal sottosegretario Gozi. Mentre il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, al Tg1 ha rivendicato la necessità di «ampliare Frontex con compiti nuovi e diversi», pur ammettendo che Frontex «non può sostituire tout court Mare Nostrum».

Confronto teso tra Roma e Bruxelles
Tra Roma e Bruxelles continua serrato il difficile confronto: a fronte delle continue richieste del governo italiano, fonti della Commissione continuano a bollare come non realistica l'idea che Frontex, una piccola agenzia Ue senza risorse, né mezzi o guardie di frontiera proprie, possa sostituirsi a Mare Nostrum. Tuttavia, cresce la consapevolezza che l'Italia non possa essere lasciata sola.

Allo studio "Frontex plus"
E si lavora perciò al lancio di un'operazione "Frontex Plus" a sostegno di Mare Nostrum, «magari un Mare Nostrum ridotto». La proposta che sta maturando, frutto di un compromesso, potrebbe essere quella di far nascere un Frontex dei paesi europei mediterranei, con l'impegno di mezzi e uomini spagnoli, francesi e italiani.



Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi