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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 21:38.
L'ultima modifica è del 27 agosto 2014 alle ore 08:44.

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Cantiere aperto per la riforma della scuola che il governo si appresta a mettere sulla rampa di lancio. In giornata, in vista del Consiglio dei ministri di venerdì, il premier ha incontrato una delegazione del Pd (che tradizionalmente ha largo seguito tra gli insegnanti) guidata dal sottosegretario dem all'Istruzione, Roberto Reggi, per illustrare i contenuti delle misure allo studio, che al momento sono riassunte in alcune Linee guida su cui palazzo Chigi intende avviare una consultazione pubblica (stesso schema seguito anche per la riforma della Giustizia e della Pa), mentre le norme vere e proprie verranno definite in seguito. Visto il tema particolarmente delicato, la consultazione dei cittadini sarà particolarmente ampia, e il premier starebbe addirittura pensando a interviste "porta a porta".

Sindacati pronti alla mobilitazione
In attesa di conoscere i dettagli del "Pacchetto scuola", non si placano le polemiche seguite alle prime indiscrezioni, ed in particolare l'ipotesi di eliminare le supplenze avanzata ieri dal ministro della Pubblica Istruzione Giannini nel suo intervento al Meeting di Rimini. Se davvero vuole eliminare i supplenti, prende posizione l'Anief, il ministro deve mettersi all'opera «perché non deve fare altro che assumerli». «Nulla di nuovo rispetto alle impostazioni fallimentari della ex ministra Gelmini», commenta invece il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, pronto al confronto ma anche a mobilitare gli iscritti: «non subiremo passivamente scelte che dovessimo ritenere sbagliate». L'Unicobas annuncia lo sciopero della scuola per mercoledì 17 settembre, primo giorno nel quale saranno aperte tutte le scuole d'Italia, perché ritiene «inaccettabile il progetto di riforma Renzi-Giannini».

Studenti sul piede di guerra
Sul piede di guerra anche gli studenti. «Non vediamo alcuna apertura del ministro a un dialogo con gli studenti per parlare del provvedimento» commenta la Rete degli Studenti medi, che non condivide la necessità, rimarcata ieri dal ministro, «di far convivere scuola pubblica e paritarie come due mondi indispensabili l'uno all'altro». Il piano scuola «è una riforma che guarda agli interessi di pochi e non a quelli del Paese», rincara l'Uds pronta a mobilitarsi nei prossimi mesi, a partire dalle manifestazioni studentesche del 10 ottobre.

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