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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 16:19.
L'ultima modifica è del 25 agosto 2014 alle ore 22:19.

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Stefania Giannini (LaPresse)Stefania Giannini (LaPresse)

RIMINI - Docenti di ruolo e valutati sulle funzioni e sul merito, con carriere legate non più all'anzianità. Il ministro dell'istruzione Stefania Giannini sceglie la platea del meeting di Rimini per tracciare le grandi direttrici della riforma scolastica che verrà presentata nei dettagli il 29 agosto dal Governo. Una rivoluzione delle regole del gioco - spiega il ministro - perché dobbiamo guardare alle esigenze del paese nei prossimi 20 anni.

Lingue, matematica, informatica le priorità su cui spingere l'acceleratore in termini di formazione, attraverso nuovi investimenti anzitutto sul capitale umano della scuola. «Le supplenze - spiega il ministro - non fanno bene a nessuno e questo è un nodo da risolvere, risultato di decenni di scelte miopi, servono docenti che si sentano parte di un grande progetto nazionale, occorre curare definitivamente la piaga del precariato».

Sui dettagli e sulle risorse il ministro rimanda alla conferenza stampa del 29 agosto ma intanto annuncia cambiamenti anche a livello contrattuale, con retribuzione e carriere dei docenti legati non solo all'anziantità ma anche alla funzione svolta e soprattutto al merito. «Il che vuol dire - aggiunge il ministro - che se non si svolge il proprio dovere si può anche essere penalizzati. Ma voi - scandisce rivolgendosi alla platea - non credo abbiate paura di essere valutati per il vostro lavoro».

La platea del meeting applaude, apprezzando in particolare lo sforzo del ministro per far trovare applicazione piena alla legge già esistente sulla parità scolastica, tema che sta particolarmente a cuore alla platea cattolica.«Questo è un discorso laico che ci piace - sottolinea il presidente della fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini - e noi daremo al ministro tutto l'aiuto possibile, perché si tratta di una battaglia epocale, non sarà facile».

Tra le novità in campo dovrebbe esserci anche una spinta maggiore all'alternanza scuola-lavoro, che attualmente coinvolge appena il 9% degli studenti italiani e l'1% delle imprese. «La dispersione scolastica è ancora altissima - spiega il ministro - e noi dobbiamo evitare di perdere questi ragazzi. Entrare in azienda è un percorso di formazione non solo professionale ma anche umano, vogliamo una via italiana al modello duale tedesco».
Per questo obiettivo, il ministro lancia anche un appello anche al mondo delle imprese, per mobilitare capitali privati, in particolare nel rilancio della formazione professionali. «I laboratori sono cruciali - spiega la Giannini - ma non se dotati di strumenti utilizzati dalle imprese 30 anni fa: servono stampanti 3D, laser, nuove tecnologie. Occore guardare avanti, a ciò che servirà al paese nei prossimi 20 anni».

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