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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 17:42.
L'ultima modifica è del 26 agosto 2014 alle ore 19:28.

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Dal Consiglio dei ministri di venerdì prossimo dovrebbe arrivare un decreto sblocca-Italia in versione mini, concentrato sulla ripartenza delle opere già finanziate ma congelate (Renzi ha parlato di 43 miliardi da «movimentare»), con il commissariamento di alcune tratte ferroviarie ad alta capacità quali la Napoli-Bari, la Torino-Lione, il Brennero, la Catania-Palermo. Mentre una maggiore prudenza circonda gli incentivi fiscali per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture. Confermate le misure di semplificazione come il regolamento edilizio standard per tutti gli 8mila comuni. Nonché il potenziamento del ruolo di Cassa depositi e prestiti nel finanziamento di investimenti di interese pubblico. Alla legge di stabilità potrebbe essere rinviata la parte più cospicua del dossier partecipate che in un primo momento sembrava invece destinata allo sblocca-Italia. Nel decreto che venerdì sarà sul tavolo del Cdm ci si potrebbe limitare a prevedere degli incentivi fiscali per gli enti locali che decidono di dismettere le proprie partecipazioni oppure di proseguire sulla strada degli accorpamenti sulla scorta della ricetta suggerita dal commissario per la revisione della spesa, Carlo Cottarelli.

Il nodo coperture
Quella che si è aperta ieri è la fase più delicata per il decreto sblocca-Italia: da una parte si prova a passare dai titoli alla stesura concreta delle norme e si distinguono le cose che effettivamente decollano da quelle che restano al palo a quelle che vanno ridimensionate; dall'altra emerge sempre più chiaramente un problema complessivo di risorse, che non significa soltanto la ricerca di nuovi fondi statali, ma anche possibilità di spendere risorse esistenti in deroga al patto di stabilità. Decisione che comunque è sempre nelle mani del Mef e che dovrà tener conto di una lunghissima lista di richieste. La decisione finale dipenderà dall'esito delle riunioni per sciogliere il nodo delle coperture che si terranno in questi giorni tra i tecnici dei ministeri dell'Economia, delle Infrastrutture e di Palazzo Chigi.

Le misure incerte
Per questo motivo non è escluso che alla fine una parte delle misure (come il pacchetto edilizia, bonus compresi) possa confluire nella legge di stabilità. È stato lo stesso ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, a margine dei lavori del Meeting di Cl a Rimini a dire che probabilmente una parte delle coperture del decreto (con relative misure) saranno affidate «alla legge di stabilità». Incerta anche la sorte degli sconti Irpef per i privati e le cooperative che acquistano una casa, e l'affittano per almeno otto anni a canone concordato. La misura è prevista in una delle bozze del decreto legge sblocca Italia, ma non è detto che "resisterà" fino al Cdm di venerdì.

In dirittura il dossier ambiente
Il quadro complesso che si trova di fronte il decreto sblocca-Italia è stato confermato dalla riunione che si è tenuta ieri a Palazzo Chigi e che era dedicata alle questioni ambientali: facilitazioni gestionali alle imprese per il riuso delle terre e rocce da scavo classificate come rifiuti, commissari, fondi revoche e risorse europee per il piano contro il dissesto idrogeologico (una priorità assoluta di Matteo Renzi), commissari e risorse per il piano depurazione che dovrà tentare di evitare le salatissime multe che dovremo cominciare a pagare da gennaio all'Unione europea. I piani di prevenzione contro il dissesto idrogeologico e il piano depurazione saranno finanziati prevalentemente con revoche di vecchi fondi non spesi. A questa azione si affianca quella di commissariamenti a vari livelli per sbloccare, accelerare, superare l'inerzia delle Pa.


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