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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2014 alle ore 16:43.
L'ultima modifica è del 28 agosto 2014 alle ore 15:23.

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AgustaWestland esce dall'inchiesta sulle presunte tangenti pagate nel 2010 dalla società del gruppo Finmeccanica per una commessa da 560 milioni al governo indiano. Il gip di Busto Arsizio, Nicoletta Guerrero, ha ratificato questa mattina il patteggiamento della società inglese AgustaWestland Ltd e dell'italiana AgustaWestland Spa. Si conclude, dunque, con questo atto la vicenda giudiziaria delle società di Finmeccanica chiamate a rispondere di corruzione internazionale dal pm Eugenio Fusco sulla base del decreto legislativo 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese. Secondo l'accusa, infatti, il gruppo Finmeccanica avrebbe versato una tangente da 51 milioni per ottenere la commessa dal ministero della Difesa indiano relativa a 12 elicotteri. Finmeccanica era già uscita di scena a luglio con la richiesta di archiviazione presentata dal pm Fusco, richiesta che non è stata respinta dalla procura generale ed è dunque da ritenersi definitiva.

AgustaWestland Ltd e AgustaWestland Spa, difese rispettivamente dagli avvocati Marco Calleri e Francesco Isolabella, si sono accordate per la confisca di 7,5 milioni di euro (somma che rappresenta l'ingiusto profitto ottenuto dalla corruzione e che verrà restituito alla giustizia), più una sanzione di 300mila euro per la società inglese e di 80mila per quella italiana. AgustaWestland ha anche presentato i nuovi modelli delle procedure interne previste dalla 231 per evitare la commissione di reati da parte dei dipendenti. Le motivazioni del decreto di patteggiamento verrano depositate tra un paio di settimane.
Il patteggiamento chiuderà anche altri fronti internazionali aperti contro AgustaWestland Ltd e AgustaWestland Spa. Nei mesi scorsi, infatti, lo United States Department of the Navy, l'inglese Serious Fraud Office e il ministero della Difesa indiano avevano avviato delle procedure amministrative proprio sulla base del coinvolgimento delle due società nell'inchiesta di Busto Arsizio per corruzione internazionale.

L'accordo di patteggiamento di oggi permetterà di bloccare le procedure avviate negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, sulla base del principio del "ne bis in idem" (nessuno può essere giudicato due volte per lo stesso reato). Resta aperto, invece, il fronte indiano, dove è in corso un arbitrato da circa due anni e dove è stata escussa una garanzia da 160 milioni presentata dalle due società del gruppo Finmeccanica al momento della partecipazione alla gara per la vendita degli elicotteri al governo indiano.

Sul fronte penale, intanto, il processo che vede imputati per corruzione internazionale l'ex numero uno di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, e l'ex ad di AgustaWestland, Bruno Spagnolini, riprenderà il 30 settembre con le arringhe delle difese. Il pm Eugeniuo Fusco ha chiesto la condanna a sei anni per Orsi e a cinque per Spagnolini. Il 9 ottobre ci sarà la sentenza. Lo scorso aprile il consulente italoamericano residente in Svizzera, Guido Ralph Haschke - che secondo l'accusa sarebbe stato uno degli intermediari delle tangenti -, aveva patteggiato un anno e 10 mesi di reclusione per corruzione internazionale.

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