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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2014 alle ore 15:29.
L'ultima modifica è del 29 agosto 2014 alle ore 08:03.

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Mentre il decreto Sblocca-Italia sembra definito, la riforma della giustizia attesa in Consiglio dei ministri è ancora in ballo. Il pacchetto che il ministro Andrea Orlando intende portare a Palazzo Chigi è composto da un decreto legge e da sei disegni di legge, metà di delega al governo. Gli scogli maggiori riguardano sempre il penale. Se Forza Italia sta a guardare con pessimismo, ad agitare le acque è il Nuovo Centrodestra che avverte il premier: «No a una riforma a metà». Ma il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi si dice «fiducioso» sul lavoro di queste ore.

L'esempio del tribunale di Torino
Il premier Matteo Renzi su twitter precisa che il taglio delle ferie giudiziarie dei tribunali a 20 giorni è «è un simbolo, ma importante. L'arretrato si risolve in un altro modo. Domani facciamo un dl ad hoc su questo. #italiariparte». In risposta a un follower che citava come esempio positivo «la storia del tribunale di Torino» (che ha ricevuto una menzione speciale dall'Europa per essere riuscito a ridurre drasticamente l'arretrato) Renzi si è detto d'accordo, aggiungendo che «Mario Barbuto, che ha risolto i problemi della giustizia di Torino è adesso a Roma a lavorare con Andrea Orlando».

La fisionomia della riformadel civile
Per il processo civile dovrebbero arrivare due interventi: un decreto legge con cui si punta a ridurre l'arretrato favorendo arbitrati e negoziazione assistita da un avvocato, anche per separazioni e divorzi consensuali, e un ddl delega che riforma i riti processuali.

Un ddl contro la criminalità organizzata
Un ddl è interamente dedicato alla lotta alla criminalità organizzata: il testo introduce il reato di autoriciclaggio con pene da 3 a 8 anni, inasprisce le pene per il 416 bis e reintroduce il falso in bilancio con pene da 2 a 6 anni, che salgono da 3 a 8 per le società quotate, per cui il reato è perseguibile d'ufficio. Trovano posto qui anche le misure sulle intercettazioni che tutelano la riservatezza delle comunicazioni non rilevanti ai fini penali, con particolare riguardo ai terzi non indagati.

Le incognite del penale
Il disegno di legge sul penale è quello che contiene le norme più controverse, a partire da quelle sulla prescrizione: si prevede la sospensione della decorrenza per un massimo di due anni dalla sentenza di primo grado e per un massimo di un anno da quella di appello. Nel testo ci sono anche i filtri ai ricorsi: inammissibile impugnare la sentenza di primo grado se non sono specificati i motivi del ricorso e se il giudice d'appello conferma la decisione del tribunale non si potrà ricorrere in Cassazione, salvo per violazioni di legge. Ma è allo studio l'ipotesi di spostare queste misure in una delega per poter contare su un anno di tempo in più. A quel punto nella delega potrebbe essere spostato il pacchetto intercettazioni.

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