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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2014 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 31 agosto 2014 alle ore 13:47.

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Ancora una volta la partita si giocherà al Senato, già teatro del duro scontro, anche e soprattutto all'interno del maggioranza e in particolare del Pd, sulle riforme istituzionali. Sul lavoro le distanze potrebbero essere ancora maggiori. Emersero già in occasione dell'approvazione del decreto Poletti e poi durante la discussione sulla legge delega quando si decise di accantonare la norma sul riordino delle forme contrattuali e quindi anche sull'applicazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Renzi però non ha alternative, deve portare a casa nel minor tempo possibile la riforma del lavoro. Lo ha detto anche a Maurizio Landini, il segretario della Fiom, che ha incontrato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, ufficialmente per fare il punto sulle numerose crisi aziendali aperte. La strada però resta in salita. A complicare ulteriormente la situazione c'è anche, sempre al Senato, il confronto aperto sulla legge elettorale che vede anche qui la maggioranza divisa, con Ncd e una parte del Pd che spingono per un ritorno alle preferenze e soprattutto per l'abbassamento o abolizione delle soglie di ingresso in Parlamento, vista la contestuale presenza di un cospicuo premio di maggioranza.
È questo il contesto in cui Renzi dovrà decidere il dopo Mogherini. Un passaggio che potrebbe essere utilizzato per rivedere i rapporti di forza all'interno della maggioranza e della squadra di governo. Silvio Berlusconi segue con molta attenzione le mosse del premier. Il leader di Fi non sembra al momento interessato a rendere più difficile la vita al governo. L'ordine impartito da Arcore è «responsabilità».
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I nodi del governo
RIMPASTO
Sostituzione della Mogherini
Con la nomina di Federica Mogherini a Lady Pesc andrà riassegnata la casella degli Affari esteri. Per la quale sembra in vantaggio il viceministro lapo Pistelli. Ma in corsa ci sono anche Debora Serracchiani e Roberta Pinotti. Anche se il premier potrebbe optare per un mini-rimpasto: decisivo sarà l'andamento delle riforme in Parlamento
LEGGE ELETTORALE
Incognita preferenze e soglie
Dopo la pausa estiva al Senato, si aprirà un nuovo confronto sulla legge elettorale, che vede anche la maggioranza di governo divisa, con Ncd e una parte del Pd che spingono per un ritorno alle preferenze e per l'abbassamento o abolizione delle soglie di ingresso in Parlamento, vista la contestuale presenza di un cospicuo premio di maggioranza

LAVORO
Jobs act e articolo 18 L'obiettivo del premier Renzi è ottenere dal Senato il sì al jobs act. Qui non ci sono solo le divisioni all'interno della maggioranza di governo, ma anche quelle che spaccano lo stesso Pd: la norma sul riordino delle forme contrattuali e quindi anche l'applicazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori

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