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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2014 alle ore 17:40.
L'ultima modifica è del 01 settembre 2014 alle ore 18:54.

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«Le linee guida della riforma della scuola saranno annunciate mercoledì sul passodopopasso.italia.it». Lo ha detto il premier Matteo Renzi, presentando oggi in conferenza stampa il programma dei mille giorni. Un'occasione nella quale ha assicurato anche «mille asili nido in mille giorni». E mentre Davide Faraone, responsabile Scuola e Welfare del Pd annunciava che mercoledì prossimo «ci sarà un Consiglio dei ministri ad hoc sulla scuola», sulla riforma dell'istruzione si è svolto nel pomeriggio un incontro fra Renzi e il ministro Stefania Giannini.

Scuola, vertice Renzi-Giannini a Palazzo Chigi
Al centro dell' incontro fra il premier e il ministro dell'Istruzione (presente anche lo staff del ministero), le linee guida sulla riforma della scuola. L'obiettivo, confermato dal presidente del Consiglio, è presentarle mercoledì 3 settembre. «La riforma è pronta - ha annunciato oggi Renzi - c'è già un report al quale tutti potranno partecipare» dando il loro contributo. Il titolo del rapporto sulla scuola, la cui copertina il premier ha mostrato per qualche secondo in conferenza stampa è «La buona scuola. Facciamo crescere il Paese».

Faraone (Pd): prossimo mercoledì Cdm su riforma scuola
«Da sempre i temi della scuola e dell'Università sono centrali e prioritari per il governo e per il Pd», ha ricordato Davide Faraone, responsabile Scuola e Welfare del Pd, annunciando per mercoledì prossimo «un Cdm incentrato sulla riforma della scuola». «Dalle proposte che usciranno dal Cdm cominceremo una campagna di ascolto di tutti i soggetti che la scuola la fanno e la vivono ogni giorno», ha aggiunto l'esponente Pd.

Il rinvio tecnico di venerdì scorso
Lo slittamento delle linee guida sull'istruzione, il cui via libera era previsto, in un primo momento, nel Cdm di venerdì scorso, è stato un rinvio tecnico, per evitare che ci fosse troppa carne al fuoco e che la riforma della scuola venisse fagocitata dagli altri temi sul tavolo.

Il nodo assunzione precari
Non si può escludere che i "tempi supplementari" a disposizione del governo possano essere usati per limare i punti più complicati del pacchetto di interventi. Ad esempio le modalità del piano di assunzioni di 100mila insegnanti precari oppure la riscrittura delle regole sulla loro retribuzione. Due temi che potrebbero anche essere collegati tra loro.

I cardini della riforma
Se su questi temi il confronto potrebbe non essere chiuso, ci sono altri punti qualificanti del "pacchetto scuola" che sembrano essersi ormai stabilizzati. Ad esempio l'alternanza scuola-lavoro. Oltre al raddoppio delle ore (che da 100 passeranno ad almeno 200 l'anno) è previsto che l'esperienza di apprendimento in azienda diventi obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici. La storia dell'arte verrà rafforzata anche nel biennio dei licei, si introdurrà il "coding" (lo studio dei programmi informatici) nella primaria e ore curriculari in più per consentire l'insegnamento pratico della musica. Il metodo "Clil" (per insegnare una materia non linguistica in lingua straniera) sbarcherà pure alle medie e alle "ex elementari". Si ridurranno drasticamente le supplenze sotto i 15 giorni.

La consultazione pubblica
Un piano di misure che dovranno essere attuate nei prossimi mesi, dopo una consultazione pubblica (come annunciato più volte da Matteo Renzi). Ma anche una serie di proposte piuttosto onerose. L'idea di una cospicua stabilizzazione di professori (100mila) vale circa 570 milioni nei tre anni (e non è ancora stata indicata la copertura). Il raddoppio delle ore di alternanza scuola-lavoro, in particolare negli ultimi tre anni degli istituti tecnici, costa circa 70 milioni. Il ritorno al biennio dei licei della storia dell'arte altri 25 milioni. E non si preannunciano certo a costo zero anche altri interventi dalla musica, all'inglese, al potenziamento dei laboratori, all'esordio dell'organico funzionale per il quale non è ancora chiaro come verrà utilizzato nel concreto il surplus di docenti che sarà assegnato alle reti di scuola. L'unica proposta per la quale è conteggiato un potenziale risparmio è il forte taglio alle supplenze brevi che costano al Miur 800 milioni.

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